1. Vacanze


    Data: 25/03/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: laura m

    ... bagno? Sei ancora in costume...” - “No, basta mare per oggi, ma non mi va di vestirmi, fa caldo” - “E poi il costume è più comodo” dissi io. “Perché più comodo” - “Perché se hai necessità di fare la pipì, lo tiri fuori subito”. Arrossì violentemente. “Scusami, non volevo metterti in imbarazzo … Lo mangi volentieri un gelato? Dai, dimmi di sì, lo mangiamo insieme. Adesso che la tua mamma non può venire, fammi compagnia tu”. Accettò. Andammo in terrazzo, dove c'era l'ombrellone e un po' di venticello. Lo feci sedere nella sdraio dirimpetto alla mia. Mangiammo il gelato lentamente. Ogni tanto lo guardavo e vedevo che i suoi occhi erano quasi sempre fissi tra le mie gambe. Avevo un prendisole ampio e sotto solo un piccolo slip. I miei seni oscillavano liberamente sul mio petto. Credo che non perdesse nemmeno un mio piccolo movimento; e nemmeno io allontanavo il mio sguardo dall'attaccatura delle sue gambe, dove ogni tanto c'era un piccolo movimento sussultorio. Il gelato era finito. Mi alzai e andai a prendere la sua coppa. Mentre me la porgeva gli misi una mano tra le gambe. Mamma mia com'era duro! Avvampò, ma non gli diedi tempo di dire ahi. “Non vergognarti, capita quando si è eccitati; aspetta”. Posai la coppa su un tavolo, mi misi accanto a lui guardandolo negli occhi. La mia mano scese tra i suoi inguini e sfilò per qualche centimetro il minislip. Il suo pene apparve in tutto il suo fulgore, fiero della sua giovinezza. Glielo accarezzai; Roberto era inebetito; lo baciai ...
    ... sulla bocca, poi mi chinai e leccai la punta del suo pene. Mi inginocchiai e glielo presi in bocca, fiore profumato della adolescenza. Furono sufficienti alcuni movimenti in su e giù e mi venne copiosamente in bocca. “Esci con i tuoi?” gli chiesi appena ci fummo rimessi a posto. “No, mi annoio con loro” - “E con me ti annoi?” - “No” rispose diventando rosso. “Bene, se verso le 21 mi vieni a trovare, sono sola … ti aspetto”. Fu puntualissimo, ovviamente. Parlammo del più e del meno, per darci un contegno; e così venni a sapere che due giorni dopo sarebbero tornati a casa. Poi me lo portai a letto dove gli feci assaggiare per molte volte la patata. Con Romina ci vedemmo la mattina dopo sulla spiaggia. Si scusò. Mi disse che con me era stata bene e che purtroppo il giorno dopo sarebbero partiti; aggiunse che le sarebbe stato impossibile venirmi a trovare per l'ultima volta. Ma volle lo stesso salutarmi a modo suo. Allargò le gambe, scostò il costume e si masturbò per me. I suoi gemiti dell'orgasmo furono appena attutiti dalla mano sulla bocca, però i sussulti del suo bacino e il tremito delle cosce mi fecero capire che per lei non ero stata un semplice passatempo. Mi alzai, corsi a casa e mi masturbai anch'io. La sera, a passeggio, incontrai Roberto. Aveva maglietta e pantaloni lunghi, un piccolo ometto. “Così domani partite … a che ora?” - “Verso le 18 ...” - “Non hai un po' di tempo per venirmi a trovare, verso le 16, per esempio? “ - Annuì. Così il giorno dopo verso le quattro ...