1. Milf. mi incanti lusinghi frantumi – racconto erotico seconda parte


    Data: 26/03/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: kymco, Fonte: Annunci69

    La prima volta che è venuto da me avevo ancora lo studio e lui era ancora un ragazzino.
    
    Sembrava uno di quei cuccioli con le zampe troppo lunghe, che non sanno bene dove collocarsi nel mondo, sempre fuori posto, fuori misura. Un elefante tra le cineserie dei sentimenti altrui.
    
    Una diagnosi così semplice che si è scritta da sola: padre fuggitivo, madre iper protettiva, un sentimento di rancore accuratamente nutrito dalla figura materna.
    
    Un cucciolo smarrito, pronto ad azzannare la mano che vuole accarezzarlo. Un cucciolo affamato di riconoscimento, di amore, di attenzione.
    
    Non è stata una terapia difficile, dal punto di vista della terapia in sé. Era tutto il resto che era difficile.
    
    Le prime volte che ho notato il suo desiderio ne ho riso teneramente, dentro di me.
    
    Senza scherno, con una sorta di benevola compiacenza. Ero una giovane professionista di successo, una moglie amata, una madre adorata: la mia vita un rutilante susseguirsi di impegni e soddisfazioni, l’appagante sensazione di essere importante per qualcuno, di avere un posto ben definito nella società. E sicuro.
    
    Poi lui è tornato dalle vacanze e stentavo quasi a riconoscere il giovane uomo che avevo davanti. Un giovane uomo di una bellezza conturbante. E la cosa che lo rendeva tanto più attraente era il fatto che di tutta la sua bellezza lui era ancora completamente inconsapevole.
    
    Non so come lo considerassero le compagne di scuola. Probabilmente il suo passato di bullo violento e il suo ...
    ... presente di introverso fanatico dello sport gli avevano incollato l’etichetta di indesiderabile. E lo sappiamo tutti quanto sono difficili da staccare le etichette.
    
    So che era impossibile guardarlo senza sentirsi rimescolare il sangue in profondità: era la quintessenza della mascolinità, e non potevo fare a meno di domandarmi che uomo sarebbe diventato. Quante donne avrebbe avuto.
    
    E, nel fondo del mio essere, era come se fossi gelosa di quel futuro che non mi apparteneva, di quel suo sbocciare che corrispondeva al mio sfiorire, mentre lui era ancora qui, adorante, dentro il mio studio e i suoi occhi liquidi trasudavano desiderio, i suoi gesti e tutta la sua persona erano un così evidente tributo alla mia femminilità.
    
    E intanto la mia pienezza sembrava lentamente svuotarsi: il lavoro cominciava a scarseggiare davvero ed ero sempre più dipendente da mio marito. E, in maniera direttamente proporzionale alla mia perdita di peso come professionista, sentivo diminuirmi anche agli occhi del mio uomo.
    
    Forse era tutta una proiezione delle mie insicurezze, ma mio marito non mi guardava più con lo stesso desiderio e i nostri contatti si andavano riducendo con una costanza allarmante, che sembravo notare solo io.
    
    Giacomo aveva iniziato le medie e quel periodo della crescita in cui la madre non è più un punto di riferimento sicuro, ma piuttosto un nemico da combattere quotidianamente.
    
    Quando abbiamo deciso, di comune accordo, che la terapia di Andrea sarebbe finita, ho ...
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