Milf. mi incanti lusinghi frantumi – racconto erotico seconda parte
Data: 26/03/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: kymco
... sentito una fitta di dispiacere dentro di me. Le ore dedicate agli incontri con lui erano diventate un’oasi anche per me. Un momento in cui mi sentivo ritornare una professionista importante, una persona con un lavoro utile, una donna desiderata.
Perché se tutto il resto intorno a me sembrava sgretolarsi piano piano, lui continuava a guardarmi con lo stesso bruciante desiderio, a spogliarmi con gli occhi, ad accarezzarmi con lo sguardo.
Quando è arrivato, oggi, l’ultimo giorno del nostro ciclo, mi è sembrato di vederlo per la prima volta. Era vestito meglio del solito e un velo di abbronzatura gli aveva tolto l’aria pallidina dello studente prima dell’esame. Sapevo che la sua pelle profumava di sole e di mare, anche se non mi ero mai accostata a lui. Tutta la sua persona trasudava una virilità prepotente e prorompente che, dentro di me, non potevo fare a meno di paragonare alla calvizie incipiente di mio marito, all’indifferenza del suo sguardo, alla vacuità delle sue rare carezze.
Mi sono seduta di fianco a lui, per essere un po’ più vicina al suo corpo giovane, per respirare la sua energia, per imprimermi la sua persona nella memoria.
Lui si è scostato bruscamente, con i movimenti di chi ancora non misura bene le distanze tra sé e il mondo. Più brusco che timido, e per un attimo ho rivisto il cucciolo ferito nel suo ritrarsi, ho visto un piccolo fiotto della sua antica rabbia riaffiorare.
Ho cominciato a parlare e più parlavo, più lo vedevo perdersi. ...
... Perdersi dentro la mia scollatura, tra le mie cosce.
Deve avere una passione per le mie gambe, perché ogni volta che mi siedo di fronte a lui lo sorprendo a fissarle. E non so quanto inconsapevolmente oggi ho deciso di indossare un paio di calze a rete. E infatti, il suo sguardo cade sulle mie gambe non appena mi siedo di fianco a lui. E, come calamitato, continua a ritornarci. Mi sistemo un po’ di tre quarti, appoggiata al bracciolo, mimando la sua distanza, cercando di dargli spazio e per un attimo siamo entrambi ai due poli opposti del divano. E mai due estremi si sono attratti così tanto.
Poi lui sposta una gamba e sento come un brivido percorrermi quando il suo ginocchio urta il mio e lì rimane. Vorrei scostarmi, mandargli un segnale di distanza, ma il mio corpo si rifiuta di ubbidire. E così restiamo, jeans contro calze a rete, mentre con gli occhi della mente vedo la decisione formarsi dentro di lui. Lo vedo curvarsi in avanti, verso le sue e le mie ginocchia. E so perfettamente che adesso qualcosa succederà.
Come in un sogno, come in un film al rallentatore, lo vedo allungare una mano verso di me, ma in un primo momento non sento niente, se non il calore della sua vicinanza.
Provo a richiamare la sua attenzione, a fermarlo in qualche modo. Ma è un tentativo blando e lui è chiuso dentro di sé. Poi sento la pressione del suo dito sulla mia carne, il rumore della calza che si lacera, la presa della sua mano sulla mia coscia. Mi sta letteralmente strappando le calze ...