1. La segretaria


    Data: 27/03/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: passepartout

    ... sì e parcheggiai. Nonostante vivessi da solo, cercavo d'essere più ordinato possibile, non mi piaceva vivere nel caos, di questo ti rendesti conto anche tu, quando entrasti nell’appartamento, non c’era polvere o piatti sporchi, tutto era al proprio posto. Ti feci accomodare in soggiorno, era un ambiente confortevole ma spartano, i mobili erano pochi ma di valore, preparai una caffettiera da uno e ti raggiunsi con il vassoio e le due tazzine, “sai mi hai colto di sorpresa con quella fantasia” ti dissi evitando di guardarti negli occhi, “credevi fossi una suora?” rispondesti maliziosa, “affatto, ma perché confidarla proprio a me? Non ci conosciamo da molto” domandai curioso, “proprio per questo, tu non conosci mio marito, quindi non potresti giocarmi brutti scherzi, se n'avessi parlato con qualche amica o amico, sarebbe stato imprudente” mormorasti sorseggiando con gusto il caffè. “D’altra parte adesso sono dentro la tua vita” mi sbilanciai, “certo, adesso tu conosci questo recondito desiderio e condividerlo con te mi aiuterà a realizzarlo” dicesti alzandoti dalla sedia, “non capisco, come posso aiutarti?” chiesi sbalordito e incuriosito “posso fare in modo di fare credere a mio marito che tu mi fai la corte, che vorresti scoparmi, lui ne sarebbe arrabbiato ma eccitato, potrebbe chiedermi di te, di come sei, di cosa fai, potrei fare in modo di farmi vedere con te, creare in lui la sensazione che io stia al gioco e poi…” s’interruppe “…e poi…” chiesi io, “potrebbe sceglierti, ...
    ... dal momento che ti ho già scelto io” bisbigliasti mentre ti tiravi su la gonna, mostrandomi le sue autoreggenti, le stesse che avevo immaginato portassi. La condussi nella mia camera da letto, c’era penombra, mi spogliai velocemente, mentre lei si sdraiò sul letto, completamente nuda, affondai le mie labbra nelle sue, la desideravo, sentivo le nostre lingue che come fruste si attorcigliavano bagnate, le mani curiose che lambivano i nostri contorni, affondai con la mia nel suo lago di umori, volevo sentirne il sapore, così scesi fra le cosce e cominciai a leccarla, come non accadeva da tempo, con la lingua spazzolavo quel frutto gonfio e caldo, sentivo crescere fra le mie labbra il clitoride, eretto come un piccolo fallo, lo succhiai e la sentii mugolare di piacere, poi entrai con la punta nella fessura umida e vischiosa, sentivo il suo sapore dolciastro con un retrogusto alcalino, da lì mi spostai sullo sfintere, pulito e dolce lo lubrificai completamente, nel frattempo lei era scivolata su un fianco e aveva iniziato a leccare e succhiare il mio cazzo, seguiva un movimento preciso, lambiva il rotolo di carne per tutta la sua lunghezza e giunta in cima lo ingoiava completamente sino alla gola, mulinando con la lingua in un vortice forsennato, mentre con le mani stringeva lo scroto. Sentii il cazzo farsi largo nella sua tana, lentamente ma in profondità mentre con il pollice sfregavo il suo clitoride gonfio, lei si toccava i seni strizzando i capezzoli turgidi muovendo i fianchi ...