1. Le notti di Emma


    Data: 27/03/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: babbacombe_lee

    ... uscire, aveva preso una strana colorazione rosa.Ripresero il loro lavoro paziente ed accurato, mentre il giudice si era avvicinato per controllare meglio.L'uomo lasciò il salone solo quando i carcerieri ebbero finito.Emma era completamente ricoperta di sale dalla vita fino alle dita dei piedi.Era sveglia, cosciente, ma non reagiva più, annichilita dal supplizio terribile.�Tornerò questa sera per vedere se è ancora viva, e voi comportatevi bene.Ricordate, deve rimanere appesa e sveglia, e non vi azzardate a toccarla.�Dopo cinque minuti uno dei due andò verso la porta del salone.�Dico alla guardia di avvertirci se torna quello stronzo del giudice.Maledetto bastardo, non se ne andava più.��Non sarà ridotta troppo male?��Non credo. Certo è un peccato ridurre così una donna bella come questa.��Mettila giù piano.�L'avevano messa nuovamente sul tavolato dove, all'inizio del supplizio, le avevano trapassato i seni.�Toglile il sale intorno alla fica, non voglio farmi male.��Senti Emma, ti chiami così, vero? Questa sera o al massimo domani mattina, sarai morta.Hai la possibilità di farti un'ultima scopata, per chiudere in bellezza la tua vita. Che ne dici?��Mi sa che non ci sente.��Beh, noi, comunque, ce la facciamo lo stesso, non morirà certo per questo.�Emma aprì gli occhi, i due carcerieri non indossavano più la tunica verde, ma erano completamente nudi.Quello con gli occhi azzurri le allargò le cosce e si avvicinò.Ha un cazzo enorme ed io sto per morire.Devo farmi scopare prima di ...
    ... morire.�Avevi ragione ci sente, è tutta bagnata.�I suoi occhi azzurri si fecero più grandi e più vicini, poi Emma sentì il pene dell'uomo entrarle dentro, mentre l'altro, carezzandosi l'arnese nero ed enorme, si prenotava per il suo culo.Emma si svegliò zuppa di sudore.Per prima cosa le sue mani, istintivamente, andarono ai seni.Le sue tette erano salve, nessuno spiedo le aveva trapassate, erano ancora lì, integre, senza una scalfittura.Scostò le lenzuola. Nessuno aveva frustato le sue lunghe gambe e meno che mai le aveva cosparse di sale.Era stato un sogno, uno di quei terribili sogni che l'accompagnavano da quando aveva quindici anni. Ora ne aveva trentasette ma i suoi sogni erano sempre lì.Aveva paura di quei sogni? Sì, perché la eccitavano da morire. Temeva il dolore fisico ma il solo pensiero le provocava una tale eccitazione da portarla spesso fino all'orgasmo.Cercò a tastoni sul comodino gli occhiali e se li infilò.Le apparve, riflesso nello specchio del comò, il suo viso magro, solcato dai capelli biondi ed ondulati.L'orologio segnava le 7,02, aveva ventotto minuti di tempo, poi si sarebbe dovuta alzare, non voleva far tardi al consiglio di amministrazione.Aprì il cassetto del comodino e cominciò a frugare. Trovò subito i due oggetti che le servivano.Il secondo lo avrebbe usato per il carceriere negro, nel suo culo, dopo.Questo, un po' più piccolo, andava bene ora.Anche in mezzo alle gambe era bagnata, ma non era certo sudore.Spinse il dildo in profondità ed allargò ...
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