1. Plug anale e crisi anafilattiche


    Data: 03/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: mblanc61

    ... albero, finché non avessi trovato un fico maturo. Finalmente trovai un albero dove qualche frutto era sfuggito alla raccolta, un po’ distante dai sentieri segnati, e mi feci largo tra i rami palpando i frutti che riuscivo a toccare, alla ricerca della giusta maturazione.
    
    Inaspettato, uno sciame di vespe si sollevò da terra e mi attaccò. Corsi fuori dalla chioma dell’albero e cominciai a correre cercando, nel contempo, di staccare gli insetti che mi pungevano attraverso i pantaloni ed allontanarmi il più possibile. Passando la mano sul tessuto le vespe si alzavano in volo, poi si precipitavano nuovamente a conficcare i loro pungiglioni su di me. Quando smisero di accanirsi sulle mie povere gambe doloranti e mi fermai, la paura lasciò il posto al sollievo, e ringraziai che fosse finita.
    
    Ripresi il sentiero dirigendomi verso l’uscita del parco, desideroso di arrivare a casa e potermi spogliare per controllare quali danni avessi subito ma dopo qualche centinaio di metri cominciarono a ronzarmi le orecchie e girare la testa.
    
    Aprii gli occhi in un ambulatorio del pronto soccorso del mio ospedale, lo riconobbi subito, steso su una lettiga con una flebo per ogni braccio. Indossavo un camice ospedaliero ed i miei piedi nudi erano gelati. Ad una scrivania la dottoressa De Marchi stava scrivendo a testa bassa e non si accorse che mi ero svegliato. La chiamai per nome e lei sollevò la testa e mi guardò con un sorriso.
    
    “Signor Marchetti, come si sente?” mi chiese;
    
    “Beh, ...
    ... non lo so, abbastanza bene mi sembra, ho un po’ di male alla testa…”.
    
    Si avvicinò e prese il mio polso tra le dita, per sentirne le pulsazioni, poi mi appoggiò una mano sulla fronte.
    
    “E’ stato fortunato! Una signora ha chiamato l’ambulamza quando l’ha vista cadere dentro al parco: se nessuno l’avesse soccorsa sarebbe potuta andare molto peggio!” disse, poi continuò: “è stata una crisi anafilattica dovuta alla puntura di qualche insetto… vespe forse?” mi chiese.
    
    “Si, molte vespe” risposi.
    
    Quando la dottoressa mi voltò le spalle mi toccai il sedere per controllare se davvero non avevo più il plug come mi pareva di sentire. Non c’era.
    
    “Signor Marchetti, adesso lei deve rimanere in osservazione almeno fino a domani mattina: la portiamo in reparto e si fa un bel sonno, poi domattina vediamo come va e vediamo se mandarla a casa”.
    
    Non era detto che la dottoressa sapesse del plug, era certamente stato un infermiere a spogliarmi, e non era affatto detto che la notizia si fosse già sparsa.
    
    Riuscii a dormire finché la luce del mattino mi svegliò e mi fu servita la colazione da una giovane inserviente che non mi guardò una sola volta negli occhi.
    
    A metà mattina il dottor Nasti fece il giro di tutto il reparto e quando raggiunse il mio letto mi salutò: “Buongiorno signor Marchetti, come si sente stamane?”;
    
    “Bene direi: ho dormito tutta la notte ed ho fatto colazione. Pensa che io possa andare a casa?”, gli chiese ansioso;
    
    “Direi di si, ha anche ripreso un bel ...