1. Un processo americano


    Data: 04/04/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... giorno dopo &egrave previsto il controinterrogatorio del Procuratore alla figlia di Joseph, ma appena entrato in aula questi chiede di parlare col Giudice.�Signor Giudice, ieri sera sono sorti fatti nuovi che mi impongono di chiedere una deviazione dalle procedure. Il detective J.K.P. mi ha fatto avere una dichiarazione spontanea di Ines Conchita G., una cameriera di origini messicane a casa del signor Joseph, che si &egrave presentata spontaneamente al distretto e ha confessato l�omicidio. Con il suo permesso vorrei leggerla a lei e alla giuria�Avuto il permesso Robert G. inizia:�Mi chiamo Ines Conchita G, ho vent�anni e da due sono cameriera a casa del signor Joseph M. Principalmente mi occupo di servire a tavola e di rassettare le stanze da letto dei signori. Sono sempre stata bene in quella casa. I signori e la signorina erano gentili, andavo d�accordo con il resto della servitù, il lavoro non era pesante e la paga era buona. Questo fino alla sera in cui &egrave morto il signor Joseph. L�atmosfera era cambiata da quando la signorina Mary Ann era andata via di casa senza spiegazioni, il signor Joseph era sempre nervoso, brusco. Era diverso dal padrone gentile che conoscevamo ma pensavamo a un litigio familiare che lo turbasse. Due sere prima avevo anche visto la signora Maria correre fuori dalla casa e partire velocemente con l�auto e avevo pensato a un altro litigio. Il mattino dopo il signor Joseph era ancora peggio del solito, quasi cattivo, ci insultava se tardavamo a ...
    ... eseguire i suoi ordini, non gli andava bene niente di quel che facevamo. Questo fino a quella sera. Il resto della servitù era già andato via, nella dependance dove dormiamo tutti, il maggiordomo era fuori città per una commissione. Io ero restata per rassettare la sala da pranzo mentre il signor Joseph sorseggiava un brandy in salotto. Mi sentii chiamare e corsi da lui per evitare di essere sgridata. Mi disse di andare con lui e lo seguii nel seminterrato. Aprì la porta della stanza proibita, così chiamavamo tra noi domestici la stanza in cui non potevamo entrare, e mi spinse avanti a se chiudendo la porta. Al buio non vidi inizialmente cosa c�era dentro, mi allarmai perché era strano il comportamento del signore, poi quando accese la luce mi allarmai ancora di più vedendo ganci e catene. Il signor Joseph mi spinse al centro della stanza, io mi accostai a una parete rannicchiandomi su me stessa, chiedendogli cosa volesse fare. Ero impaurita, aveva gli occhi di un folle, e anche quando parlò pareva pazzo. Mi chiamava Mary, mi diceva che dovevo volergli bene, che non dovevo fare quel che avevo fatto. Io non capivo e ero sempre più impaurita. Mi prese per un braccio e mi portò vicino a un cavalletto che, vidi, aveva delle cinghie. Mi disse di salirci sopra. Io mi rifiutai ma lui mi schiaffeggiò, con forza. Mi misi a piangere e fui costretta a acconsentire. Appena fui sopra mi bloccò le caviglie, poi mi tirò per le braccia bloccandomele con altre cinghie. Ero distesa sopra una ...