1. Un processo americano


    Data: 04/04/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... specie di trave, tutta protesa in avanti, le gambe divaricate e il sedere sporgente, non riuscivo a muovermi. Piangevo e lo imploravo di liberarmi ma il signor Joseph non dava segno di sentirmi. Borbottava qualcosa che non riuscivo a capire. Poi sparì dalla mia vista, avvertivo la sua presenza dietro di me ma non lo vedevo e non riuscivo a girare la testa abbastanza. A un tratto sentii un dolore fortissimo ai glutei. Gridai e ancora sentii quel dolore, questa volta sulla schiena. Solo al terzo o quarto colpo mi resi conto che mi stava frustando e intanto lo sentivo proferire insulti e frasi incoerenti.�Sei una troia, una troia. Come ti permetti di scappare da me? Prendi, imparerai a obbedirmi�Mi diede altri colpi, quanti non saprei dirlo, so solo che non avevo più fiato per gridare. Avevo la schiena e i glutei in fiamme, il dolore era fortissimo. Poi smise e venne davanti a me.�Tu devi volermi bene, sono tuo padre e ho diritto di fare ciò che voglio con te. Tu devi essere carina con me, ecco, questo &egrave quello che devi fare..�Parlando si stava sbottonando i pantaloni. Io gli dissi che non ero sua figlia ma Ines, la cameriera. Non mi ascoltava e intanto avevo davanti agli occhi il suo pene eretto, se lo accarezzava. Volevo dirgli ancora qualcosa, convincerlo a lasciarmi stare ma non ci riuscii: mi afferrò la testa e mi costrinse a prenderglielo in bocca. Sospirava, mi diceva di leccarglielo per bene, di succhiarglielo tutto. Fui tentata di morderlo ma immobilizzata ...
    ... com�ero avrei solo peggiorato la situazione e così lo accontentai, non sono una ragazzina, sapevo come fare e cercai di accontentarlo. Tutto pur di non farmi frustare ancora. Mi ci misi d�impegno, volevo che finisse in fretta anche se mi disgustava. Poi lui mi afferrò la testa e si mosse avanti e indietro. Così non ero io a succhiarlo ma lui che mi��.scopava la bocca. Durò per alcuni minuti, poi si tolse e si spostò dietro di me. Mi alzò la gonnellina della divisa, mi strappò le mutandine, mi ficcò un dito dentro muovendolo avanti e indietro. Ero rassegnata a subire anche questa umiliazione, invece lo sentii puntare il suo affare��.. dietro, sull�ano. Urlai cercando di fare resistenza, gli dissi di non farlo, che ero vergine lì, che mi faceva male, ma più urlavo e più spingeva, e io ero esposta completamente. Sentii un dolore immenso quando riuscì a penetrarmi, sembrava mi stessero aprendo in due. Urlai fino a perdere ancora il fiato; era peggio delle frustate, il dolore mi partiva da lì e mi percorreva tutto il ventre, la schiena, fino a esplodermi in testa; e intanto lui spingeva e entrava ancora di più, fino in fondo. Prese a muoversi avanti e indietro e intanto gridava:�ti spacco il culo troia, ti spacco il culo. Devi imparare chi &egrave il padrone, che il tuo culo &egrave a mia disposizione, quando voglio. Troia, puttana. Ti piace sentirlo tutto dentro eh? Goditi il mio cazzo in culo, puttana�Il dolore s�era attenuato un po�, ma era sempre forte. Fui costretta a subire fino ...