Un dono ogni tanto - 3 il signor piero (prima parte)
Data: 09/04/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: suntopless
... complimento. Garbato ovviamente! Per nulla volgare, sempre contenuto, nei limiti del rispetto di una signora sposata e con la quale si intrattengono semplicemente dei rapporti di buon vicinato.
Un pomeriggio d’agosto, un pomeriggio di quelli afosi ed appiccicosi, tornammo dal mare stanchi e cotti dal sole. Eravamo stati più tempo dentro l’acqua che a prendere la tintarella. Era l’unico modo per alleviare la calura. Accanto a noi, in modo piuttosto esplicito, si era piazzato un gruppetto di giovani ragazzi e questi per tutto il tempo che eravamo rimasti in spiaggia non avevano mai smesso un attimo di guardare le tette di Yoko, di fare quei risolini idioti di chi pensa di essere furbo perché sta guardando le tette di tua moglie.
Yoko aveva pure sentito, spesso, le loro battute anche volgari su quello che le avrebbero fatto, magari anche tutti insieme, se avessero avuto la possibilità di averla tra le mani.
E, conoscendo il carattere di Yoko, le battute le saranno sicuramente piaciute. Finché le persone si limitano soltanto alle battute, agli apprezzamenti, anche volgari, ma non eccessivamente, Yoko si sente gratificata, non le dispiace affatto.
Di ritorno quel giorno incontrammo come di consueto il signor Piero. Anche questa volta lui chiuse velocemente il box e salì con Yoko in ascensore.
Io giusto quel giorno mi dovevo attardare ancora di più nel box. Oltre alla sabbia mi dovevo occupare di pulire tutti i vetri dell’auto che erano stati vittime di un passaggio ...
... di uno stormo di uccelli che avevano lasciato più di un ricordino.
E poi, come mi aveva chiesto Yoko, sarei dovuto uscire per andare a comprare dei pezzi di rosticceria perché Yoko era talmente stanca che non si sentiva di mettersi a cucinare.
In ascensore il signor Piero sembrava abbastanza imbarazzato perché giusto quel giorno Yoko indossava un abitino ancora più trasparente che soprattutto da vicino lasciava vedere abbastanza le sue tette.
Yoko invece era tranquilla come sempre con il signor Piero.
Dentro l’ascensore Yoko cominciò a sbuffare per il caldo afoso di quella giornata.
“Signor Piero, mi scusi, giunti al piano potrebbe cortesemente aiutarmi a portare a casa la borsa del mare? Mi sento sfinita, sono stanchissima!”
“Certo, signora! Ma si sente male? Vuole che chiami suo marito?”
“No, no. Non si preoccupi! Non sto male, sono soltanto molto stanca!”
Al piano i due si diressero verso casa nostra. Lei davanti verso la porta di ingresso e lui dietro con la borsa tra le mani che si godeva lo spettacolo del culo di Yoko. La borsa che al massimo poteva pesare tre o quattro chili. Del resto quanto può pesare una borsa del mare con dentro due teli, una borsetta con le creme solari e qualche altro oggetto che le donne sono sempre solite portare? E Yoko non riusciva più a trasportare un peso così leggero? C’era sotto qualcosa! Yoko stava contravvenendo ad una precisa regola che ci eravamo dati, quella di non combinare guai con gli abitanti del palazzo. ...