1. Giulia


    Data: 09/04/2018, Categorie: Etero Autore: masaraj

    ... presenta Sara che ad occhio ha sei o sette anni, indiscutibilmente somigliante alla madre e sicuramene luce dei suoi occhi. Occhi che in quel momento, potendoli guardare da una distanza ravvicinata, sebbene luminosi e profondi mi parvero velati da un’ombra indefinibile. Stanchezza? O qualcos’altro?
    
    - “Noi andiamo a mangiarci una pizza. Sono morta per il viaggio e non mi va di cucinare.” -, mi informano.
    
    - “Allora, buona serata.” – auguro alle due nuove vicine.
    
    - “Arrivederci” - aggiunge Giulia e il mio ego si aggrappa alla speranza che quel saluto sia una promessa.
    
    Quella sera la voglia di andare in paese non ce l’ho, così scelgo la compagnia di un libro. Sprofondato nel divano mi immergo nella lettura e piano piano Morfeo mi accoglie tra le sue accoglienti braccia.
    
    Apro gli occhi incontrando il buio della stanza. Nel torpore del risveglio sento una voce dal tono sommesso ma alquanto contrariato.
    
    - “La verità è che sei uno stronzo. Sara ti cerca e tu invece di essere qui con lei, con noi, sei rimasto a casa a scoparti quella troia!” -.
    
    Realizzo da dietro la persiana che a parlare è Giulia, riconosco la voce, anche se l’ho sentita solo una volta. Ipotizzo sia nel pieno di una discussione, probabilmente col marito. Non sono affari miei. Guardo l’ora è quasi mezzanotte, senza fare rumore me ne vado a letto. La mattina successiva mi sveglio tardi, esco sul terrazzo sorseggiando il mio caffè, vedo gli Austroungarici stanno caricando pinne, maschere, remi e ...
    ... canotto sull’auto prodotta rigorosamente dalle patrie officine e stanno per partire alla conquista di qualche italica spiaggia. L’appartamento attiguo, abitato dalle due nuove inquiline ha le persiane chiuse. Probabilmente sono già scese al mare, penso tra me e me.
    
    Mi preparo e scendo anch’io in spiaggia. Nei giorni precedenti mi sono ritagliato un posto vicino agli scogli che delimitano, sulla destra, la distesa di sabbia fine. Un po’ defilato, ma offre un riparo all’ombra da una certa ora in poi. La spiaggia non è per niente affollata, del resto, a questo punto della stagione non c’è molta gente. Mi sistemo e le vedo.
    
    Giulia e la figlia hanno preso posto alla mia sinistra, vicino la riva ad un centinaio di metri da dove le sto osservando. La piccola sta giocando con la sabbia, la madre è occupata ad armeggiare col suo cellulare. È sdraiata sul ventre, indossa un bikini nero di quelli che si annodano sui fianchi, sulla schiena e nella parte posteriore del collo. Due chiappe da urlo sono offerte quasi totalmente al caldo bacio del sole, poiché il triangolo di stoffa che dovrebbe almeno parzialmente coprirle è invece sapientemente raccolto nel solco che separa quelle due perfette rotondità.
    
    Apro gli occhi dopo essermi appisolato, il sole sta calando, il momento che preferisco. Giulia sta camminando sul bagnasciuga impegnata in una telefonata, la figlia è sdraiata sul telo assorta nelle sue attività. La telefonata termina e la mia vicina rimane per qualche istante a ...
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