1. Giulia


    Data: 09/04/2018, Categorie: Etero Autore: masaraj

    ... chiaramente che sta piangendo, il viso coperto dalle mani che stringono un fazzoletto. Scavalco la ridicola barriera architettonica che ci separa e sono davanti a lei, la afferro delicatamente per i gomiti.
    
    - “Ehi, che succede?” - le chiedo sottovoce.
    
    Solleva lo sguardo su di me, non dice nulla, appoggia la testa nell’incavo del mio collo, mi cinge le spalle con le sue braccia e si lascia andare ad un pianto liberatorio. Le cingo i fianchi a mia volta, stringendola delicatamente a me. Singhiozza. Le accarezzo la schiena per confortarla. Sento che si sta calmando, ma non accenna a ritirarsi da quell’abbraccio. Io nemmeno. Purtroppo si sa la carne è debole, la mia sicuramente lo è. Così mi ritrovo con una erezione imperiosa che l’unica barriera, costituita dal cotone della mia biancheria intima, non riesce a dissimulare. La rigidità del mio uccello preme contro il suo ventre, la sento ritrarre il bacino.
    
    - “Ti chiedo scusa” -, le sussurro. Incrociamo gli sguardi.
    
    - “Non devi!” - mi dice, agevolandomi un accenno di sorriso.
    
    - “Significa che per qualcuno sono ancora desiderabile.” - esterna con un filo di voce.
    
    - “Tu mi desideri?” - chiede, tornando ad appoggiare il viso al mio petto.
    
    - “Non sai quanto!” - le sussurro ad un orecchio.
    
    - “Forse. Però lo sento!” - dice accompagnando quella esternazione con un accenno di risata e tornando ad appoggiare il suo pancino alla mia verga esultante.
    
    - “Tienimi stretta così” – dice. Ed aggiunge: - “Per favore!” ...
    ... -. Restiamo lì per un tempo indefinito, stringendoci, senza dire una parola sino a quando non l’ho sentita tremare.
    
    - “Hai freddo?” - le chiedo.
    
    - “Un po’” – ha risposto.
    
    - “Rientriamo!” - le propongo accompagnandola nel suo alloggio. La bambina dorme beatamente nell’altra stanza, nel lettone. Tenendomi per mano, Giulia si affaccia per controllare, poi senza lasciarmi torniamo nel soggiorno mi fa accomodare nel divano e mi segue adagiando la sua schiena al mio busto, appoggia la testa alla mia spalla.
    
    - “Stringimi” - mi ordina.
    
    Prende ad accarezzarmi il petto poi fa scivolare la mano sulla mia nuca e piegando un poco la testa all’indietro mi offre la sua bocca. La pace della notte è interrotta dal frinire dei grilli, e dai richiami di qualche animale nottambulo. In quella stanza solo i nostri respiri riempiono il silenzio. Poggio le mie labbra alle sue, le perlustro, ne assaporo il gusto, lentamente, dolcemente. Poi lei le dischiude, la imito. L’incontro delle nostre lingue è titubante. Prima le punte si studiarono reciprocamente, timidamente e una volta acquisita la conoscenza reciproca si rincorrono esplorandosi avidamente. Tengo un braccio attorno alle sue spalle e con l’altra mano comincio ad accarezzarle le gambe lisce, salendo impertinente sempre più su, sino a trovare il pizzo umido delle sue mutandine, custodia del suo giglio, che non vedo l’ora di cogliere. Di fare mio. Lei mi ferma la mano.
    
    - “No, non posso, non sono pronta per questo!” - dice ...
«1...345...9»