1. Quel vecchio porco del cugino mauro e i suoi compari


    Data: 09/04/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: LaCavalla

    ... scopare, sembrava non avere mai pausa. Mi penetrava forte e mi insultava. Mi sputava sulla schiena, mi tirava per i capelli. Ormai avevo finito di ribellarmi, non potevo fare finta che quel trattamento non mi piacesse. La figa mi si era inzuppata, ansimavo a bocca a aperta, godevo. Dopo un po’ che subivo quella monta selvaggia disse che aveva voglia di sborrare, che doveva svuotare i coglioni e mi mise di nuovo in bocca il suo grosso cazzo e subito dopo schizzò come un toro facendomi ingoiare gran parte del suo sperma. Non tolse il cazzo fino a che non perse consistenza. Gli occhi mi lacrimavano, ma la figa ancora mi grondava. Me la toccai, lui se ne accorse e disse: lurida porca, hai voglia, eh? Ci penso io a te.
    
    Non capii subito cosa intendeva dire con quelle parole. Mi ordinò di togliermi il vestito, obbedii ai suoi ordini e rimasi nuda davanti a lui con i soli sandali indossati. Dall'oscurità venne fuori un uomo, era uno di quelli che prima erano intorno al tavolo. E, rivolgendosi al tizio disse: fai pure, fai, te l'ho solo scaldata un po'. A questa zoccola i cazzi non bastano mai. Ma oggi le facciamo fare una bella scorpacciata.
    
    L'uomo venne verso di me con il cazzo già fuori dai pantaloni. Io ero lì impotente, Mauro rideva mentre beveva un bicchiere di vino e fumava. Di fianco a lui ora c’erano anche gli altri uomini che prima erano fuori, si era formata una specie di fila, ognuno aspettava il proprio turno. Quei bastardi erano d'accordo tra loro, ero la loro ...
    ... puttana.
    
    Non potei mettermi a pensare troppo che quel vecchio porco mi aveva spinta sui sacchi che erano lì nell’angolo e mi aveva penetrato la fica con il suo cazzo. Non ci mise molto a venire, mi venne dentro senza nemmeno chiedermi se prendevo qualcosa.
    
    Quello dopo mi mise a pecorina e mi chiavò così, reggendosi alle mie mammelle.
    
    Quelli che mi chiavavano mi conoscevano, erano parenti o amici di mio marito. Sembravano prenderci ancora più gusto. A Mauro toccò l'onore di rompermi il culo, lo fece tra gli sguardi e il delirio di quei vecchi maiali, penetrandomi con forza mentre con le mani martorizzava le mie carni. Tra quelli che ancora dovevano approfittare di me e quelli che stavano facendo il bis, non riuscivo a tenere il conto dei cazzi, ne riconobbi un paio che erano già passati dalla mia bocca, ma era difficile, perché aspettavano nell'oscurità, bevendo e fumando e commentando la mia zoccolagine. Io avevo i buchi che mi dolevano, ormai era più di un'ora che venivo chiavata in fica e culo ininterrottamente, anche la bocca mi faceva male, perché alcuni avevano voluto solo un pompino, dicevano che gli faceva schifo affondare il cazzo dove c'era già la sborra di altri. La sborra l'avevo dappertutto, ne sentivo la puzza e il sapore nella bocca.
    
    Quando gli altri soddisfatti andarono via, Mauro venne da me e disse che ero stata brava, che avrebbe potuto portarmi in Australia e diventare la sua puttana, da dare ai manovali, ai lavoratori stagionali come mezzo di ...