Fear Of The Dark
Data: 11/04/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Fil73
... scrivere pensieri d’amore sul suo libretto rosso, protetta da un berretto dei Detroit Tigers. Quella D ricamata in grigio sul cappello nero, era la sua, era di Desdemona. Una sera quel ricordo divenne reale. Camminava con passo indeciso, la testa bassa. I lunghi capelli biondi, le scendevano da sotto il berretto. Le mani nelle tasche del suo Moncler viola, lo sciarpone multicolore che le copriva il collo fino al naso. La vide avvicinata da un uomo. L’abbordaggio sembrò violento. L’aggressore, abbastanza robusto, la strattonò portandola dietro ad un cespuglio. Lui sentendone i lamenti si avvicinò. Nascosto sotto l’ombra assente degli alberi, seguì quei vagiti, silenziati da una mano. Gli anni al buio lo avevano aiutato nella vista notturna. La rabbia con cui l’avevano ingravidato, nacque dopo nove anni. La morte della figlia, la moglie che non era più andata a trovarlo a causa di una malattia che gliela portò via dopo tre mesi. Anche di quella morte accusò quel figlio di un cane, con tutto il rispetto per i cani. Sì, perché se non potè starle vicino, se non aveva potuto presenziare al suo funerale, non era per colpa sua, per quello che aveva fatto, ma per quello che gli era stato fatto. Venuti a conoscenza dell’accaduto, gli fu concesso l’uso dei lacci e di ogni cosa in carcere. Non per alleviare il suo dolore. Sia il direttore che le guardie carcerarie, speravano di trovarlo morto ogni mattina. Magari strozzato da un laccio ingoiato, impiccato con la sua cinta, auto ...
... accoltellato, qualsiasi cosa, purché non uscisse vivo. Purché quella belva non varcasse il cancello. Avevano rispettato il suo gesto, pur non condividendolo, non sarebbero stati loro la causa del suo decesso. Lui aveva resistito, aveva covato quell’odio, lo aveva portato in grembo per tutto quel tempo. Neanche la bronchite lo aveva bloccato. Rifiutò le medicine, doveva uscirne da solo, alimentando quel mostro dentro di lui di qualsiasi cibo. Tolse la cinta dai passanti, la girò tra le mani. Quella richiesta di aiuto inascoltata da tutti, fu strazio per lui. Era sua figlia a chiedere aiuto? Era il suo corpo ad esser profanato? Quei lamenti gli diedero la possibilità di avvicinarsi, di coglierlo alle spalle. Passò la striscia di cuoio sotto il collo. Una botta secca. CRACK. Il corpo rimase esanime appeso per la gola, senza gravare sulla ragazza. “Corri, vai via senza voltarti indietro, e dimentica tutto se potrai!” Lei obbedì. Era arrivato in tempo, l’omone non aveva fatto in tempo ad iniziare il rapporto. Le aveva aperto il piumino e scoperto il seno. Si era aperto i pantaloni, mostrandole la sua erezione, sparita insieme alla sua vita. Non volle guardare neanche le sembianze. Non voleva il suo odio si tramutasse in razziale. Fece solo attenzione a non lasciar tracce di lui, come era successo l’ultima volta. Ricordò la casualità delle coincidenze. Il tesserino della piscina di Desdemona trovato per caso nel cofano di un’auto, mentre aiutava un’automobilista in difficoltà. Il ...