1. Fear Of The Dark


    Data: 11/04/2018, Categorie: pulp, Autore: Fil73

    ... pedinamento fino alla sua abitazione, la vendetta consumata in maniera atroce. Il giorno dopo si parlò solo di una morte misteriosa nel parco. Lui continuò a frequentarlo, continuò a vivere la notte, tra quelle foglie e quelle panchine. Lei da quella sera era rimasta a casa per due settimane, ma il primo giorno della terza…. Erano iniziati cadere i primi fiocchi, alcuni dal cielo, altri direttamente dagli alberi, spinti dal vento. Lei riconobbe quella giacca, l’unica cosa che voleva ricordare di quella sera, la sua ancora di salvezza. “Non ti ho mai detto grazie!” “Che ci fai qui? Non ti è bastata l’esperienza passata?” “Al contrario, mi è servita a capire che non ci sono solo belve in giro.” “Attenta che anche il maremmano può essere più feroce del lupo.” “Beh sicuramente sei stato il mio maremmano. Posso offrirti qualcosa di caldo? Dopo avermi salvata, non vorrai mica farmi morire di freddo?” Si avviarono verso un locale ancora aperto. Lui con uno sguardo più freddo della temperatura serale, lei incuriosita. Il loro cammino segnato dal fumo delle loro bocche, dalle ombre che cambiavano direzione bassando da un lampione all’altro. Al tavolino, finalmente riuscì a vedere il suo salvatore. Il viso scavato, i capelli che iniziavano ad andare sul brizzolato, segno dell’età che avanzava. L’unica cosa che riconobbe di quell’avventura, insieme alla giacca, furono gli occhi. Rivide la luce alla fine del tunnel di quella sera. Quegli occhi così chiari, eppure così bui, privi di ...
    ... sguardo. Sentì le vibrazioni delle sue corde vocali, ma sembravano emettere voce mononota, senza cambiamenti. Lui erano anni che non parlava con una donna, anzi erano anni che non parlava proprio. Narrò di una ragazza scomparsa e ritrovata morta. Raccontò di un tesserino visto per caso, che lo aveva portato alla sua vittima, e di una ricevuta di tintoria caduta per sbaglio, che aveva permesso alla polizia di trovarlo. Le parlò di una evirazione brutale fatta su un corpo sveglio, di un’anima che saliva all’inferno mentre il suo sangue lavava il pavimento. Di come le sue grida furono smorzate da quel pezzo di carne nella sua bocca. Le narrò di un carcinoma, che gli aveva portato via l’unica ragione di vita rimasta, che non era riuscito neanche a salutare, se non sulla fredda lapide. Lo raccontò tra i brividi, lei ascoltò con le lacrime. “Così nacque il maremmano, che divenne lupo quella sera!” sentenziò lei. Finalmente si sentiva sollevato era riuscito ad aprirsi con qualcuno. Vide due figure entrare nel locale attraverso la porta chiusa. Vestite di bianco gli sorrisero, lo salutarono e andarono via. Riconobbe la figlia e la moglie. Guardò la ragazza davanti a lui, leggermente coperta dal fumo della cioccolata calda. “Grazie ancora, non credo sia sufficiente questa cioccolata per sdebitarmi. Fossi stata al tuo posto, forse avrei fatto la stessa cosa.” Lo accarezzò, gli fece capire che non aveva paura di lui. La sua rabbia si stava smorzando. Il mostro che aveva nutrito per anni, lo ...