1. Pizzaiolo in vetrina


    Data: 13/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    N. B. Il presente racconto è una traduzione dall'inglese
    
    Il tipo girava e stendeva la pasta per preparare le pizze, standosene in bella mostra nella vetrina panoramica della pizzeria. A dire il vero, però, a catturare la mia attenzione non fu tanto lo spettacolo che dava, preparando appunto le pizze, quanto il suo aspetto inusuale. Voglio dire, quante volte vi è capitato di vedere uno con i capelli viola? E per giunta, con un anello d’argento alla narice?
    
    Era un tipo giovane, non oltre i vent’anni. Ero passato davanti alla pizzeria numerose volte, prima, ma ci avevo sempre visto uno più vecchio.
    
    Avevo fame, quella sera, anche se la pizza non è il mio cibo preferito, per lo meno non la ordinerei per il mio ultimo pasto: quello che voglio dire è che non fu solo la curiosità che mi spinse ad entrare. Sedutomi ad un separé vicino al banco, ordinai al cameriere una pizza piccola con salsicce, e un boccale di birra. Da lì, avevo una magnifica vista sulla parte retrostante del pizzaiolo. Era più piccolo di quanto mi era sembrato, e infatti mi accorsi ora che stava sopra una pedana di legno. Il grembiule bianco, che indossava, era aperto dietro, offrendomi una grandiosa visione del suo culo muscoloso fasciato dai jeans.
    
    Il cameriere mi portò la birra e io presi a sorseggiarla, intanto che continuavo a slumare il mappamondo, per così dire, del pizzaiolo dai capelli viola. Lo vidi preparare la mia pizza e metterla in forno. Qualche minuto dopo la tirò fuori con una lunga ...
    ... pala dal manico di legno e la mise senza sforzo su un piatto.
    
    A sorprendermi fu il fatto che venne lui personalmente a portarmela e a mettermela davanti.
    
    “Buon appetito, sir.” mi fece.
    
    Io lo fissai negli scintillanti occhi azzurri.
    
    ”Grazie” risposi.
    
    La pizza era gustosa. Formaggio fuso, pasta alta e fragrante. Costava, ma valeva il suo prezzo. La mandai giù con la birra e intanto, con discrezione, tenevo d’occhio il pizzaiolo.
    
    E più fissavo il suo tondo fondoschiena, più il cazzo mi si attizzava.
    
    Presi a tornare in quella pizzeria un paio di volte la settimana, così venni a sapere che il nome del pizzaiolo era Tommy. Una volta che fui diventato un cliente abituale, lui divenne amichevole. Aveva un sorriso luminoso e mi salutava sempre. Inoltre, di solito mi metteva un po’ più di formaggio e di salsiccia nella pizza. Ovviamente, io immaginavo chissà che cosa; ma lui era solo un ragazzo che si comportava in modo amichevole, e i capelli viola erano probabilmente nient’altro che un atteggiamento inteso a scandalizzare le persone più anziane. D’altronde, avevo visto un gran numero di punk con i capelli verdi a punta e gli anelli alle labbra.
    
    Col passare dei giorni, cominciai a farmi delle belle fantasie su Tommy, fantasie nei suoi riguardi che mi infiammavano il cavallo dei pantaloni. Credo che fosse quel suo culo da sballo. Al college avevo guardato soprattutto il pacco dei ragazzi ma, invecchiando, sono diventato sempre più un appassionato cultore del ...
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