1. Pizzaiolo in vetrina


    Data: 13/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... fondoschiena. Ora come allora, però, mi sono sempre piaciuti soprattutto i ventenni. Ritengo che dipenda da quella loro sorta di innocenza, il fatto di essere ancora ragazzi e non uomini adulti, ma con tutto l’equipaggiamento e… le necessità di un adulto.
    
    Una volta feci un sogno particolarmente arrapante su di lui. Solo che i nostri ruoli erano invertiti. In pratica, ero io che preparavo la pizza, ma… sul suo corpo, spalmandolo di salsa di pomodoro e coprendolo di formaggio fuso e salsiccia… che poi mangiavo e leccavo dalla sua pelle nuda. Fu appunto mentre gli slinguavo via il formaggio dal cazzo, che mi svegliai di soprassalto con l’uccello in piena eruzione.
    
    Una sera, dovetti lavorare fino a tardi in ufficio. Non vedevo l’ora di fermarmi per una pizza, tornando a casa, e di dare una slumatina al mio Tommy. Ma la relazione a cui stavo lavorando, mi prese più tempo del previsto e quando terminai era ormai troppo tardi. Perfino la donna delle pulizie insistette a cacciarmi via, per poter fare il suo lavoro.
    
    Ormai la possibilità di vedere Tommy era andata a farsi benedire. Come se non bastasse, mi ritrovai in mezzo alla strada che stava piovendo a dirotto e gli autobus avevano terminato il servizio.. Non un taxi in vista, neppure nel parcheggio del vicino hotel. Ero bagnato fradicio. Tutto d’un tratto, un furgone Volkswagen grigio inchiodò i freni, dandomi una lavata dalla testa ai piedi. Bestemmiai in silenzio: proprio lì, con l’intero cazzo di caseggiato per ...
    ... parcheggiare! L’autista però si protese e aprì lo sportello del passeggero.
    
    “Vuoi un passaggio?” fece.
    
    Era Tommy, il pizzaiolo punk!
    
    “Sei il mio salvatore!” esclamai, salendo.
    
    Una volta nel furgone, lo guardai: appariva ancora più giovane, senza il grembiule bianco, con quella camicia di flanella a scacchi e la salopette da lavoro.
    
    “Dove sei diretto?” mi chiese.
    
    “Stavo andando alla pizzeria, ma ho lavorato fino a tardi e ho perso la cognizione del tempo.
    
    “Adesso è chiuso.”
    
    “Alla mia vecchia baracca, allora, penso.” dissi con un sospiro.
    
    “Mi piace la pioggia. – fece lui – Mi rende… lo sai.”
    
    No, non lo sapevo, ma sperai che volesse dire ‘arrapato’. Era quello l’effetto che produceva su di me, per lo meno lì, nel furgone di Tommy.
    
    “Sì, - risposi invece – avevo anch’io la tua età una volta, che tu ci creda o no. Ogni sera un appuntamento diverso.”
    
    Ovviamente, questa era una balla grossa come la luna: la maggior parte dei miei appuntamenti erano stati con la mia mano ogni sera.
    
    “Anche per me era così, quando ero nella band.” Borbottò Tommy.
    
    “Eri in una band?” chiesi.
    
    “Una punk rocker fino in fondo. Merda satanica, tutta l’intera faccenda… Qualcuno cantava, ma la maggior parte suonavano la chitarra. L’attenzione concentrata a quando mi agguantavo il pacco. Faceva arrapare le sfitinzie. Ho mantenuto lo stesso stile anche dopo che la band si è sciolta, ma gli ingaggi non sono granché. Difficile avere un lavoro come si deve. La pizza è il mio cibo ...
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