1. Il mare d'inverno


    Data: 13/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Maschio-Hot

    ... delicato, lo accarezzazzò alla base della schiena scoprendola lentamente ed esponendola al vento ghiacciato. Con il cazzo sempre piantato nel culo, l’uomo lo sollevò dalle ascelle e gli sfilò quello che rimane del vestiario. Era nudo adesso, gli spasmi dei muscoli dovuti al freddo si mischiavano con un senso di eccitazione mai provato. Si voltò a guardare l’uomo e non vide nulla di umano, eppure sentiva il grosso cazzo dentro di sé; portò le mani sui glutei li allargò per far capire al suo maschio che voleva essere scopato, che quel gelo era nulla di fronte allo stantuffo. Poi cambiò gioco: lo tira fuori delicatamente e poi rientrava con forza, con potenza mista a prepotenza mentre Andrea aveva deciso che sarebbe arretrato, che avrebbe puntato le gambe e preso quei colpi senza cedere di un centimetro e per sentirne in realtà tutto il vigore. Dopo una ventina di affondi si fermò dentro di lui. Le mani dell’uomo presero quindi le braccia dell’altro, scivolarono fino ai polsi, li serrò cosicché Andrea per rimanere in piedi dovette far ancora più forza sulla gambe. Quindi ricominciò a scoparlo come un pendolo che aumentava sempre più la sua frequenza. Il cazzo aveva una cadenza animalesca, indiavolata dove tutto il godimento era da una parte nella ...
    ... ferrea volontà di spanare lo sfintere e dall’altra di offrirsi in modo osceno.
    
    L’uomo, dopo qualche minuto rallentò per avere il tempo di arrivare di nuovo dentro la bocca di Andrea. Di lì a poco due fiotti gli invasero la gola, ma non volle ingoiare. Aspettò che si fosse svuotato, sentiva la cavità sempre più piena e il desiderio di ingurgitare era diventato incontrollabile. Solo allora l’uomo parlò per la prima volta “Aspetta che ti do quello che desideravi al bancone delle carni”. In quell’attimo Andrea si calmò, ancora piena la bocca di sperma aprì le labbra e capì che il meglio doveva ancora venire. Non sentiva più freddo e aspettava. Lo zampillo di piscio inizialmente timido lo colpì sul viso ma quando il getto si fece più deciso mirò precisamente la bocca golfiandola e mischiando l’urina con la sborra. I schizzi di quella mistura gli bagnarono il viso colando sul colle, le spalle e il torace; l’odore e quel poco di sapore che sentiva lo fecero venire senza nemmeno sfiorarsi. Solo quando la pisciata fu terminata, mandò giù quello che gli rimase in bocca, si guardò il petto e le gambe umide e calde e quando sollevò lo sguardo, l’uomo si era girato di spalle per incamminarsi. Rimase immobile mentre il freddo tornava lentamente a sfiorarlo.
    
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