Una riflessione confidenziale
Data: 08/09/2017,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
La prima volta che ho fatto l�amore, o meglio che ho tentato di farlo, non è stato per nulla compiacente né divertente né attraente. Quando ascolto oggigiorno alla radio ancora queste parole, non posso fare a meno di pensare al periodo lontano alla fine di quei fantastici e splendidi anni �70 per l�appunto, in cui persi la verginità. Io ero ormai rimasta l�ultima intatta e vergine del mio gruppo di amiche, ciononostante mi sentivo come una fanciulla sciocca e stupida, oltre che anomala, discontinua, incostante e persino originale in tutta quella bizzarra e critica contingenza. Io avevo nientemeno sostenuto e alla fine messo in pratica, facendomi tra l�altro festosamente e lietamente prendere in giro da tutte, dato che ribadivo sottolineando fermamente che la prima volta si doveva compiere con amore e con tenerezza.L�amore per me sennonché non arrivò, poiché a ventitré anni d�età quel piccolo imene fiero, prode e valoroso, nascosto là di sotto quella foltissima peluria bionda, che si faceva peraltro avvertire così bene sotto le mie dita, e abbastanza spesso anche sotto quelle altrui, attendeva invano d�essere compromesso a dovere, visto e considerato che mi era diventato eccessivo, intemperante e persino intollerabile reggere quell�evento. Fu così, in realtà, che in un innocuo e soleggiato pomeriggio di giugno, io guardai negli occhi ancora il casuale e involontario prescelto che mi passava a quel tempo il convento: lui era Giacomino per l�appunto, chiamato Mino e già ...
... mi sembrava controverso e discutibile uno �sverginatore� che si chiamasse in tal modo. Come avrei dovuto chiamarlo nell�attimo magico? Dai Mino, spingilo dentro, coraggio - oppure - Mino sì, dai così, avanti forza, su mio bel Mino.Io smisi allora bruscamente di sorridere dietro il gelato che lui m�aveva cavallerescamente appena offerto, cercando di considerare esaminando più concretamente da vicino in modo imparziale gli aspetti positivi del venturo candidato: lui aveva un fisico discreto, piccolo sì, ma scattante, l�alito sempre profumato, i capelli lisci e lunghi, le dita da pianista, un carattere affabile e cordiale, dato che gli misi sotto il naso le chiavi del piccolo appartamento di mio zio Leandro, il leggendario Leandro come lo denominavamo noi all�epoca. Zio Leandro, invero, era un ex �figlio dei fiori� d�altri tempi, impegnato nell�ambiente politico e in quel periodo viaggiava di continuo per affari nei paesi del Nord Europa, io lo avevo accompagnato da pochi giorni all�aeroporto e lui in quell�occasione m�aveva premurosamente salutato, sorridendo in maniera alquanto connivente dispensandomi affettuose esortazioni:�Gioia mia, ascoltami bene, queste sono le chiavi di casa. Mi raccomando però, se vuoi darti da fare con quel ragazzo che ti tiri dietro, prendi almeno le appropriate prudenze e le giuste precauzioni, poi visto che ci sei innaffia anche le piante dei limoni e i fiori�.Con quelle chiavi che sventolavo sotto il naso di Mino alla fine del cono al cioccolato, ...