Nel lucore incerto del primo mattino - 1
Data: 08/09/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
Alberico chiuse a tripla mandata il portoncino di casa e con un ultimo sbadiglio si avviò verso la fabbrica dove lavorava come tecnico elettronico. La sua casa era fuori dal paese, lontana almeno mezzo chilometro dalle prime case e dal luogo di lavoro, mezzo chilometro di strada sterrata, che gli dava la piacevole sensazione di vivere in un altro mondo, più tranquillo, più umano, più antico.
Era presto, mancava ancora più di un’ora all’inizio del turno, ma a lui piaceva farsi con calma quel percorso a piedi, sia d’estate che d’inverno, respirando a pieni polmoni i profumi della natura, e soprattutto gli piaceva fermarsi un momento al bar del paese per la sua colazione di classe: cappuccino e brioche.
Quelle brioche appena sfornate, di cui cominciava a sentire il profumo appena uscito di casa e quel cappuccino cremoso che il ragazzo del bar sapeva preparare così bene… il ragazzo del bar… E che ragazzo!
Alberico se lo mangiava con gli occhi tutte le mattine, ma quello o non sembrava neanche accorgersene. E sì che con i suoi venticinque anni, il fisico asciutto e i jeans stretti, i capelli biondi e il sorriso simpatico, Alberico era tutt’altro che da buttare. Beh, a questo punto tanto vale dirlo, anche perché altrimenti non potremmo andare avanti con il racconto: ad Alberico piacevano i ragazzi. Del resto, ognuno è fatto a modo suo e dobbiamo prenderlo per come è.
Già assaporava nella sua mente il cappuccino cremoso che fra poco avrebbe bevuto, le curve armoniose del ...
... ragazzo del bar che fra poco avrebbe ammirato, i pensieri lascivi che gli sarebbero corsi nella mente, il fremito pruriginoso che gli avrebbe attraversato il cazzo… quando, l’occhiata distratta che aveva lanciato nel campo brumoso al di là della siepe venne improvvisamente attirata da una sagoma indistinta nel lucore incerto del primo mattino, qualcosa disteso a terra… immobile… come un animale disteso a terra. Alberico si fermò un attimo, incuriosito da quella cosa, poi riprese il cammino; ma fece pochi metri e la curiosità tornò a farlo volgere verso quella sagoma strana. Saltò la bassa siepe e si avviò nell’erba fradicia di rugiada. Fece qualche metro e le gambe presero a tremargli, quando si rese conto che quella cosa era un uomo… o forse una donna, non si capiva ancora bene. Ma quando fu ad un paio di metri, non ci furono più dubbi, era un uomo, nudo, disteso sulla pancia, le braccia distese lateralmente, quasi ad abbracciare la terra, la faccia affondata nell’erba, la gamba sinistra leggermente ripiegata. Col cuore che gli batteva furiosamente, Alberico non poté fare a meno di ammirare le forme armoniose dello sconosciuto, il culo in particolare meravigliosamente glabro e tondo, con i due globi leggermente separati per la posizione in cui il corpo era disteso.
“E adesso che cazzo faccio?”, si chiese.
Tirò fuori il cellulare.
“Chi cazzo devo chiamare? La polizia? I carabinieri?”
Si avvicinò ancora un poco, aggirando il corpo per vederlo in faccia e fu allora ...