1. Nel lucore incerto del primo mattino - 1


    Data: 08/09/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... che
    
    vide il sangue che lo imbrattava sulla parte del volto visibile e lungo le braccia.
    
    Era morto? Cercò di capire se respirava. Si avvicinò ancora di un passo e sentì un lieve gemito.
    
    Era vivo. Ma questa constatazione lo spaventò ancora di più. Si tirò indietro e fece per scappare: sarebbe tornato sulla strada e avrebbe chiamato i carabinieri o il 118… Una telefonata anonima, oltretutto, non voleva ficcarsi nei pasticci. Fece un altro passo indietro, ma un gemito ancora più forte lo bloccò; lo sconosciuto si mosse leggermente, sollevò la testa, quel tanto da mostrare ad Alberico la bellezza di un volto giovane, orlato da una corta barba incrostata di sangue.
    
    Dimenticò la paura e gli si inginocchiò accanto. Lo sconosciuto sollevò del tutto la testa.
    
    “Cosa ti è successo? – gli chiese Alberico – Sei ferito?”
    
    L’altro lo guardò con gli occhi vacui, senza rispondere.
    
    “Chiamo il 118, così ti faccio portare in ospedale, ok?”, e fece per comporre il numero sul cellulare che teneva ancora in mano.
    
    “No… - bisbigliò l’altro, puntando le mani a terra per sollevarsi – no… non chiamare nessuno… per favore…”
    
    “Perché? Sei ferito, devi andare in ospedale…”
    
    “Non sono ferito… non… chiamare nessuno…”, e continuò nel faticoso tentativo di rialzarsi.
    
    Alberico si rimise in tasca il cellulare e lo prese per un braccio.
    
    “Ti aiuto”
    
    Lo sconosciuto si tirò in piedi barcollando e Alberico ebbe il secondo shock della mattinata, scorgendone il sesso che penzolava ...
    ... lungo e carnoso. Incurante della sua nudità, quello si strinse nelle braccia rabbrividendo.
    
    “Cazzo, stai morendo di freddo, aspetta.”, fece allora Alberico e si tolse la giacca, mettendogliela sulle spalle.
    
    “Di dove sei, dove abiti?”, gli chiese.
    
    Lo sconosciuto si guardò attorno con aria incerta:
    
    “Non lo so… - mormorò – non ricordo.”
    
    “Senti, - fece allora Alberico – io abito qui vicino: vieni da me così ti dai una ripulita , non puoi andare in giro in queste condizioni.”
    
    Così, aiutandolo a tenersi la giacca stretta sulle spalle e tagliando per i campi, in modo da evitare il più possibile di essere visti, Alberico accompagnò lo sconosciuto a casa. Lo fece entrare e lo accompagnò in bagno.
    
    “Senti, - gli disse poi – io devo andare. Tu fatti una doccia; poi vai in camera e cerca qualcosa che ti vada bene, ok? Se ti va di aspettarmi, io torno per le tre, altrimenti lasciami le chiavi sotto il tappetino… Ma mi piacerebbe che tu mi aspettassi…”, disse in fretta, quasi si vergognasse.
    
    L’altro sorrise.
    
    “Grazie.”, mormorò.
    
    Quella mattina, Alberico dovette rinunciare al cappuccino cremoso, alla brioche e soprattutto alle slumate lubriche sul fondoschiena del ragazzo del bar; ma francamente aveva ben altro ad occupargli la mente: il sedere altrettanto notevole dello sconosciuto, il suo sesso lungo e carnoso, incoronato dal folto ciuffo crespo del pube… L’idea che potesse trattarsi di un poco di buono, che andasse via rubandogli tutto, non lo sfiorò neanche un ...