Biscotti & Losanghe (atto1-3)
Data: 17/04/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Vanj B.
... alle sue figlie. Con la mano faccio cadere una confezione così m’accorgo che lì a fianco c’è una donna accovacciata con la schiena rivolta a me che a sua volta sta’ rovistando su lo scaffale. In un attimo succede quello che mi scombussola la vita per un bel po’ di tempo. La scatola cade vicino a lei, la raccoglie e si gira per restituirla rimanendo abbassata, Sicuramente non poteva sapere chi ci fosse lì di fianco, fatto sta’ che quando si gira tiene le gambe un po’ allargate ed io vedo due cosce bellissime in tutta la sua lunghezza, quasi fino alle mutandine. Lei mi porge la scatola, poi s’accorge di avere le gambe un po’ allargate ed io per un attimo ho l’impressione che abbia ritardato a chiuderle. Allungo la mano per prendere la scatola ma non riesco a distogliere gli occhi da “lì” e, sento che ho un inizio d’erezione, poi lei si alza mi sorride e se ne va. Scusi!! Grazie!! le dico, ma ero decisamente confuso, erano anni che non vivevo una situazione eccitante al punto che pensavo che certi giochi erotici li fai solo da adolescente. Era una bella donna con un viso senza trucco alta circa uno e settanta con capelli castani lunghi con non più di trent’anni, un abito non lussuoso ma neanche troppo economico ed un’espressione timida e dolce. Per una settimana, tutti i giorni mi chiudo nel bagno del mio ufficio e mi masturbo come un adolescente pensando e sognando a lei e a quel giorno “chissà se portava le mutandine!”. Per un mese cerco di andare più spesso in quel ...
... supermercato e tentare di rivederla “forse m’accontenterei”. Per una volta, chiedo a Claudia di uscire “dobbiamo andare a teatro” senza indossare le mutandine. Lei mi guarda, e mi chiede se sto diventando un maniaco sessuale. Sono appena le quattro e mezza ed è già buio, piove che Dio la manda e faccio fatica a vedere la strada. Accendo la radio per ascoltare le notizie e penso al colloquio che ho appena avuto con il Notaio a riguardo di certe pratiche che ho in corso, mentre sto rientrando in officina. Noto l’auto ferma sul lato della strada con il cofano aperto e a malapena vedo la figura della persona che sta guardandoci dentro. Sarà deformazione professionale o passione per i motori ma senza pensarci accosto apro l’ombrello e scendo. Scusi se la disturbo ma ho l’impressione che abbia delle difficoltà. Si grazie “mi risponde una voce di donna senza girarsi ma continuando a guardare dentro il cofano aperto” non va più!!. S’intende di motori?. Proprio per nulla mi risponde. Scusi ma!, perché continua a guardare dentro il cofano?. Si gira e!!, vorrei essere l’unico uomo su la terra per poter amarla lì subito sotto la pioggia; mi guarda con un’espressione spaventata e rassegnata con l’acqua che gli cola sul viso. Non so cosa fare, mi risponde dopo un attimo di silenzio. Sposto l’ombrello su di lei “anche se non serviva più a nulla” e guardo nel vano motore. Non poteva chiamare qualcuno?, non ha un cellulare?, ma lei non risponde. La cinghia dell’alternatore è rotta. Senta, le dico, io ...