Quello che vuoi da me
Data: 17/04/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Numero Primo
... sessione. - Quindi a te sono piaciuta? Come schiava, almeno? - Certo, ma ne ero sicuro. Vorrei sapere come stai tu - Confusa. E’ tutta una prima volta, ma non c’è niente che non rifarei. - Le pinzette come vanno? - Fanno un po’ male Bruciavano da morire, ma era una sensazione anche piacevole. Come ascoltare musica a tutto volume. - Avrai i capezzoli sensibili per un paio di giorni. Sarebbe meglio che non usassi il reggiseno domani, ma vedi tu. Comunque ti ricorderai di cosa sei diventata. E per fartelo ricordare meglio, un paio di altre cose Mi si gelò il sangue nelle vene. - Cosa vuoi farmi ancora? Pensavo che avessimo finito - Non ti ho slegata, non ti sei chiesta perché? - Veramente no… Estrasse un vibratore piuttosto grosso da un cassetto. - La tua sottomissione deve essere totale. E non te lo infilerò dove speri. Ti conviene bagnarlo Mi infilò quel pezzo di plastica in bocca, e me lo fece succhiare infilandolo fino in gola. Spalancai la mandibola, sperando di non vomitare. - E adesso rilassati Mi inumidì l’ano con un dito, poi appoggiò la punta del vibratore facendo pressione. Non potendo scappare, cercai di facilitargli il lavoro inarcando la schiena e spingendo indietro i fianchi. Senza fretta si fece strada dentro di me, e quando fu completamente inserito iniziò a stantuffare lentamente. Gemevo ad ogni movimento, ancora poco abituata a quel genere di penetrazioni. Mi abbandonai al suo possesso, in quel momento davvero completo. Chinai la testa, e le gambe mi si ...
... fecero molli, lasciandomi sostenere solo dalle corde che mi tenevano i polsi. - Vorresti venire? - Sto già per venire, non fermarti per favore Accelerò il movimento, e con un dito mi sfiorò appena il clitoride. Drizzai le gambe e mi morsi una spalla per non farmi sentire. Era bastato sentire la sua voce per farmi sprofondare in un mare di scintille. Continuai a scuotermi per alcuni infiniti secondi prima di riuscire a rendermi conto che aveva estratto il vibratore e mi stava accarezzando la schiena. - Ora ti tolgo i morsetti e ti libero. Non riuscivo a parlare, mi vergognavo e al tempo stesso ero viva e felice. Quando mi tolse i morsetti strattonai le corde per cercare di toccarmi i capezzoli, ma ero ancora legata. Marco mi guardava con un ghigno leggermente satanico. - Aspettavi solo questo tu… - Anche questo, ma non solo. Mi liberò e mi prese i gomiti standomi dietro. - Ultima piccola incombenza della serata. Devi rientrare in auto così, e detterò io i tempi. - Vuoi che mi vedano? - No, voglio che tu abbia paura che succeda - Ti prego, no Marco fu inamovibile. Lentamente, un passo dopo l’altro fui fuori dal garage, con lui che mi impediva di raggiungere l’auto. Anche la leggera brezza di quella sera mi faceva dolere i capezzoli torturati così a lungo. Smisi di cercare di liberarmi, e rimasi davanti all’auto chiusa per un tempo che sembrava dilatarsi. Guardavo verso i ragazzi che erano ancora là, ma nessuno sembrava fare caso a noi. Probabilmente vedevano due figure nella ...