Domini Canes.
Data: 19/04/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Tibet
Era gennaio dell’anno del signore 1323, appena passate le festività natalizie, quando la missiva del curato di Saint Cristol les Ales giunse al Convento dei Domenicani di Ales. Il paese distava poche ore di cammino dal Convento. La Casa dei Domenicani di Ales era poco importante rispetto ai grandi Conventi dell'ordine ed era diretta da un semplice Priore, Jean Costant, un uomo vigoroso di 30 anni, fervido uomo di religione. I Domenicani avevano precipuamente il compito di combattere l'eresia ma si riconoscevano loro anche i compiti della predicazione e lo studio. Infatti, molto avanzata e di ottimo livello era l'attività culturale volta all'insegnamento. Inoltre a loro veniva affidato il compito di "pubblicizzare" le Crociate, di riscuotere i tributi, di compiere delicate missioni diplomatiche e solitamente erano i membri dell'ordine a formare i tribunali dell'Inquisizione. Il più famoso inquisitore domenicano fu lo spagnolo Torquemada, diventato poi celebre per la sua assoluta determinazione nel colpire eretici e peccatori in genere. L'atteggiamento assunto da parecchi esponenti dell'ordine valse loro il soprannome di Domini Canes, poco simpaticamente tradotto in Cani di Dio che lascia intendere il loro accanimento. Jean Costant, pur colto e intelligente, era un Domini Canes, a volte rasentava l'ossessione nella sua ricerca del maligno. Non aveva vissuto la Crociata contro i Catari avvenuta il secolo precedente, ma ne continuava l'opera nella ricerca e nel combattere ...
... quell'eresia. Erano tempo difficili, dopo un periodo di abbondanza continue carestie colpivano l'Europa che vedeva ora anni di piogge continue e stagioni fredde. Era il preludio a quello che sarebbe stata la grande moria della Morte Nera, la pestilenza del 1347 che avrebbe trovato una popolazione fisicamente debilitata. Ma questo era ancora da succedere quando Padre Jean lesse la missiva. Era una richiesta di aiuto da parte di chi non sapeva come fronteggiare una grave situazione, da un curato di un piccolo paese... uomo semplice e pieno di paura dell'ignoto. Questi raccontava di come un morto ritornasse a trovare la giovane moglie, tornava sotto forma di fantasma ogni notte dal momento della sua dipartita. Raccontava di come tornasse ed esigesse di fare con la giovane atti non meglio specificati ma vergognosi. La giovane donna rifiutava di parlarne. Il curato diceva che mai lei o il marito, ambedue provenienti da ricche famiglie mercantili, ne avessero accennato in confessione. Non sapeva come fronteggiare la situazione che era diventata di dominio pubblico nel paese e causava un grave disagio. Padre Jean ordinò che gli venisse preparata la sua mula, voleva andare a vedere di persona se i fatti erano quelli narrati e possibilmente porci rimedio. Anche se il paese non era molto distante gli ci volle un pomeriggio intero per arrivare dato che la strada era ingombra di neve, così fu al tramonto che si presentò alla canonica. Durante la cena il curato gli raccontò i fatti e descrisse ...