1. Le camice del vicino


    Data: 21/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: opendrive

    Da ragazzo avevo una voglia strana, mi eccitavano da morire le camice. Non ne usavo e non ne uso perché continuano a non piacermi, ma all’epoca, provavo sensazioni strane.Ero a casa di un mio cugino quando fumando una sigaretta in giardino, scoprì un ripostiglio pieno di attrezzatura da lavoro con appese in un angolo del locale,delle camice usate.Incuriosito e un po’ eccitato (sapevo già dove arrivavano i miei pensieri perversi),chiesi a mio cugino di chi fossero. Mi rispose che erano di Alberto,un signore che abitava affianco casa sua. Un 55enne non sposato e che viveva solo. Lavorava in una ditta di muratori. Il ripostiglio era in comune con i miei zii, era un piccolissimo locale che dividevano con Alberto.Fu così che tornato a casa parti la mia prima sega pensando a quelle camice.La mia mente iniziò a pensare cose strane, iniziai a fantasticare un piano che mi faceva molto eccitare.Immaginavo di entrare e di strusciarmi una di quelle camice sul cazzo e di riempirla di sborra.Fu così che un pomeriggio d’estate, i miei zii erano al mare e dalla strada si poteva accedere in giardino saltando un cancello alto appena 2mt.Entrai nel ripostiglio che era chiuso solo da una maniglia e mi avvicinai alle camice. Ne presi una, era giallina a quadretti bianchi e giallini più chiari. Iniziai ad annusarla e mi toccai il cazzo già duro ed eretto, pronto a uno spruzzo. Immaginavo un cazzo avvolto dentro . Non sono gay e non mi piacciono gli uomini, ma quando sono in preda ad una forte ...
    ... eccitazione, la mia sega è sempre dedicata all’immaginazione omosessuale.Sborrai dappertutto e mi pulì con una di queste camice.Il gioco riuscì, e iniziai a prenderci gusto. Ci andavo tutti i pomeriggi, e fantasticavo su quelle camice e la mia mente andava sempre a finire ad immaginare un cazzo.Queste seghe andarono avanti per un po’ di tempo.Un pomeriggio, mentre ero pronto a saltare il muro, mi sentì chiamare, era Alberto, mi chiese che facevo a quell’ora del pomeriggio in giro. Dissi che mi trovavo per caso. M’invitò ad entrare a casa sua per bere una cosa fresca. Accettai. Mi fece sedere sul divano ed andò in cucina. Torno con un bicchiere di aranciata, si sedette affianco a me ed inizio a fare domande strane. Mi chiese se mi tocco, se ho una fidanzata ecc.Conoscendolo poco, avevo un po’ d’imbarazzo a queste sue domande. Finì di bere l’aranciata e mi alzai per andarmene, avevo un po’ di paura e non volevo stare nemmeno un secondo in più con quell’uomo.Mi afferrò il braccio e mi disse con aria minacciosa: dove vai? A quella sua domanda, le mie paure ebbero il soppravvento, inizia a sfuggirle, ma mi teneva stretto e non mi lasciava, mi portò con forza nella sua stanza da letto e mi sedette sul suo letto disfatto e anche un po’ puzzolente. Mi si puntò davanti e mi disse che se non facevo quello che mi chiedeva, andava a dire agli zii, quello che facevo nel ripostiglio.Mi mise le mani dietro la testa e me l avvicinò alla sua patta. Mi disse: “tiralo fuori e fammi un pompino, ...
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