1. Le camice del vicino


    Data: 21/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: opendrive

    ... solo, non sapevo che dirli, sapevo cosa voleva chiedermi. Bussai e la porta era già aperta, entrai e non vedevo nessuno, senti mio zio che mi chiamava dalla stanza da letto, entrai e lo trovai con la camicia a scacchi gialla e bianca senza slip e con il cazzo duro eretto come un missile puntato in cielo che usciva dalla camicia abbottonata. Mi disse che lui sapeva tutto di me, dalle seghe nel ripostiglio con le camice ai pompini ad Alberto. Mi prese per mano e me la porto sul suo cazzo duro, io ero a disagio, mi disse di fare quello che facevo ad Alberto e che non era giusto, che lui ne aveva più diritto essendo uno zio. Mi chinò verso il coso e me lo fece mettere in bocca , io non volevo ma non resistevo a quell’odore forte e a quella cappella viscida e lucida, lo misi subito in bocca e lo pompai. Mentre ero in preda al su e giù da quell’asta, mi chiese se Alberto me lo aveva messo mai in culo. Gli dissi di no, che il mio buchetto era vergine. Fece un sorriso compiaciuto e disse che voleva sverginarmi lui, ma non in quel momento, voleva prepararmi a suo modo.La cosa mi eccitò molto e acconsentì.Passò a prendermi un pomeriggio. Salì in macchina, dietro al sedile, vidi una busta di un noto negozio, ma non chiesi cosa c’era. Mi porto in una casetta in campagna, disse che era di un suo amico, che gliela prestava per le sue scappatelle. Arrivammo e lo zio mi disse di prendere la busta e di andare a cambiarmi, c’erano delle cose per me.Erano degli indumenti femminili. Indossai le ...
    ... calze e il perizoma trasparente nero. Lui era sul letto già bello e pronto, con la mia camicia a scacchi addosso, che già alla vista mi partiva l’eccitazione.Mi abbraccio e mi chiese se ero pronto ad essere sverginato, gli dissi che non vedevo l’ora. Mi distesi su di lui e inizia a leccarlo tutto. Spostavo quella camicia e lo baciavo dappertutto, arrivai allo slip bianco e candito, iniziai mozzicarli il cazzo dentro la mutande, s’indurì come un marmo, lo misi fuori e lo presi in bocca, lo insalivai per bene, e gli dissi che ero pronto. Mi mise a pecorina, mi fece alzare per bene il culo,e mi si puntò con la cappella sul mio buco del culo verginello. Mi mise un po’ di crema mista a sputazza, e mi disse che dovevo far finta di cagare. A quel punto il mio buco uscì fuori e lui spinse, entrò la cappella, e con un colpo forte e intenso, me lo fece entrare tutto. Gridai dal dolore, e mi chiese se doveva fermarsi, gli dissi di no, il dolore si era trasformato a piacere e goduria. E mi pompo per un bel po’ di tempo, stava per venire, gli dissi che lo volevo in bocca, che volevo bere la sua sborra calda.Si tolse dal mio culo e me lo mise in bocca, sentivo ancora l’odore del mio culo. Mi sborro e mi venne tutto in bocca, non ne usci nemmeno un po’, lo bevvi tutto.Finimmo e mi disse che ora potevo farmi scopare anche da Alberto, ormai il suo dovere lo aveva fatto. Mi aveva sverginato per bene.Da quel giorno, scopavo un po’ con uno e un po’ con l’altro, ero la loro porca. Un giorno dissi ...