1. Le camice del vicino


    Data: 21/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: opendrive

    ... puttanella!”. La mia paura si trasformò in eccitazione, non so perché, ma mi vennero in mente le sue camice. Non gli misi fuori il cazzo, lo fece lui, mi lasciò la testa e se lo tiro fuori. Mi avvicinai e sentì l’odore un po’ acido di quel cazzo non in erezione ma pronto a diventare duro come il marmo. Apri la bocca e iniziai a succhiare, lo senti crescere in bocca, sempre di più. Venne subito. Forse era troppa la sua eccitazione, che se lo tirò fuori, e sborro sul letto. Io rimasi seduto a godermi la scena. Mi fece alzare, scusandosi. Dicendo di non dire niente a nessuno, altrimenti era cavoli amari. Me ne andai pensando a ciò che era successo.A casa tra paura e godimento, mi feci una sega.Il pomeriggio successivo, andai io a chiedere se potevamo rifarlo. Se potevo farli un pompino, perché mi era piaciuto e che dentro di me era s**ttato qualcosa. Non disse nulla, mi fece entrare di nuovo e mi fece sedere sul letto e a sto giro, feci tutto io. Glielo tirai fuori lo massaggiai un po’ e me lo misi in bocca. Iniziai a succhiare come se fosse una caramella, era la prima volta. Si complimentò per come mi muovevo. Mi chiese se avevo avuto altre esperienze, gli dissi di no, che era stato a lui a farmi piacere il cazzo.Si svuotò dentro la mia bocca, assaporai la sua sborra calda, e mi piacque un sacco. Tornai a casa e nella notte pensai molto a quello che avevo fatto. Sensi di colpa misti a eccitazione. Avevo paura in caso qualcuno veniva a sapere, i miei zii i miei cugini il ...
    ... vicinato, chiunque. Ma l’eccitazione e la goduria, vinceva su tutto.Per un paio di giorni dopo l’ultima volta, non mi feci vedere, rimasi chiuso in casa, non uscì, mi feci un bel po’ di seghe pensando ad Alberto e al suo cazzo.I miei cugini mi chiedevano il motivo delle mie non uscite, non sapevo cosa inventare. Un pomeriggio ero solo a casa, i miei zii, non c’erano, ritornai al ripostiglio delle camice, cercando di non farmi vedere da Alberto. Presi la solita camicia e me la portai a casa. La indossai e iniziai a masturbarmi. Iniziai a godere forte, capì che era il cazzo di Alberto che volevo.Usci di casa e andai a casa sua. Era sul divano in pantaloncini e canotta. Gli dissi che avevo riflettuto su tutto, ed ero arrivato alla conclusione che volevo continuare a farli le pompe a patto che non ne parlasse con nessuno e soprattutto che finiva là, solo bocca. Alberto ci stette, mi disse che per lui andava bene tutto quello che andava bene a me. Ogni giorno per settimane andavo a casa sua lo spampinavo e tornavo nella mia vita da bravo ragazzo. Un bel giorno mentre lui era seduto e io inginocchiato con la bocca piena del suo cazzo, sentimmo aprire la porta della stanza, era mio zio Pino. Vide quello che stavo facendo e rimase impassibile. Io non sapevo che fare, scappai a casa e non uscì per un po’. Alberto non mi vide per molto tempo.Un giorno venne mio cugino(figlio di zio Pino), e mi disse che suo padre voleva parlarmi, di andare a casa.Ci andai il pomeriggio seguente, a casa era ...