Alma e i suoi uomini
Data: 09/09/2017,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Bollentispiriti
... la strada la sai." pronunciai le frasi con estrema lentezza ed esasperata allusione. Lasciò che la porta si chiudesse alle sue spalle e si catapultò fra le mie braccia. Gli concessi un bacio senza approfondire. Poi lo scostai delicatamente e lo redarguii dolcemente: "Tesoro caro, non scordare le regole della buona educazione solo perché sono una donna ! Potresti...sedurmi...!" e, ridendo, lo condussi in camera da letto. Era diventato rosso shocking anche lui e mi trafiggeva con i suoi sguardi da lupo affamato. Intanto s'era tolto la giacca nell'ingresso, la camicia nel corridoio ed, entrando in camera da letto, aveva sfilato le scarpe. Accostandosi al letto buttò giù i pantaloni e mi saltò alle spalle con il randello che strappava via le mutande, sbucando dallo scollo dello slippino. Lasciai che mi baciasse sul collo, mentre giocava con le mani, rigirando i miei capezzoli. Allora mi voltai e gli ordinai: "No, no, no! Ora, da bravino, va' in bagno fatti una doccia e profumati. Ti voglio mangiare tutto...!" Se ne andò col bastone d'ordinanza che lo sopravanzava di venti centimetri abbondanti. Intanto abbassai le luci a faretto sul letto e lasciai acceso il diffusore a soffitto. La luce calda indiretta risultava più scenografica per le operazioni che ci accingevamo a compiere. Mi sdraiai sul letto, allentando i laccetti del baby-doll in modo che bastasse un niente per eliminare ogni impedimento. Curai che una coscia fosse sovrapposta all'altra, mettendo in risalto la natica ...
... con tutto il ben di Dio che ne conseguiva. il petto sgusciava fuori dal reggiseno che non lo conteneva più in linea, evidenziando la fessura centrale che divideva le due mammelle. I capezzoli occhieggiavano dal balconcino. Avvertii la scia di profumo di Teo che usciva dal bagno e lo vidi avanzare, impedito dalla sua antenna che gli ballonzolava a destra e sinistra mentre si avvicinava. Gli sorrisi, invitante. Aveva il viso alterato e in un secondo mi fu sopra. Sbuffava e mi baciava sulle labbra sui lobi delle orecchie, sui seni, sulle cosce, finché non scese nel delta di Venere, a pesca nella mia fossa. Sembrava un bellissimo satiro completo di flauto con cui attentava alla mia purezza. Presa dalla foga, glielo imboccai e cominciai a stantuffarlo con decisione. Si abbatté sul letto supino e lasciò che io glielo manovrassi. Adeguava il movimento del bacino a quello delle mie labbra. Finché non lo vidi annaspare. Allora allontanai la bocca da quello strumento meraviglioso e soffiai con delicatezza sul frenulo per rinfrescare gli ardori. Dopo un po' di agitazione lo sentii più calmo, allora mi distesi al suo fianco, offrendogli le ciliege che abbellivano il mio seno. Iniziò ad assaporarle, giungendo a mordicchiarmele. Si inturgidivano sempre più mentre il seno cominciava a dolermi. Allora gli strappai la testa dai miei capezzoli e gli schiaffai la lingua in gola. Rantolava per il piacere, mentre il bastone mi scodinzolava sulle cosce, vibrando insieme al suo padrone. Non era più ...