A metà del viaggio - racconto primo
Data: 24/04/2018,
Categorie:
Etero
Autore: life2hot
6.58. La sveglia. Al solito. Primo squillo, secondo squillo, la sento, la spengo. Scendo dal letto senza fare rumore. Non voglio svegliarla visto che può dormire ancora mezz'ora. Lei non si muove. Dorme o finge di farlo, per non dovermi salutare per non sprecare fiato a dirmi cose di pura logistica famigliare che possono essere scritte in un messaggio dopo il caffè. Va bene così. No, in realtà no, ma è tutto troppo complicato.
Cammino scalzo lungo il corridoio ed entro nell'altra stanza. Apro la porta chiusa, tiro su la tapparella. - E' ora! -.
La risposta è un borbottio disordinato che forse copre qualche parolaccia che non è ancora in grado di articolare.
Vado in bagno. Mi siedo sulla tazza: i gomiti appoggiati alle ginocchia, la mia testa tra le mani mentre la vescica si svuota nel silenzio. Rimango così un paio di minuti alla ricerca di un faticoso risveglio, con lo sguardo che cade su alcune macchie bianche sui boxer neri a ricordo dell'eccitazione della sera e della sega che ne seguirà non appena possibile. C'è ancora un po' di quell'odore, nella mia mano. Sulla punta della dita, invece, l'odore di lei. Lo cerco meglio, lo trovo, lo respiro. Mi aveva scritto un whatsapp alle cinque e mezza del pomeriggio. - La francy non c'è devo essere a casa presto passa a allenamento 18 15 -.
Le dita ancora sotto al mio naso... incomincio ad eccitarmi. Ma è tardi. Bidet. La doccia no, l'ho fatta ieri in palestra. Mi tolgo la maglia per lavarmi anche sopra. Ho perso il ...
... senso del tempo. Apro l'acqua, aspetto che venga calda, mentre guardo il mio corpo che con la fievole luce che proviene lateralmente dalla finestra sembra abbia più muscoli. Penso che i miei 45 non li porto male, penso a un amico un po' sovrappeso che mi dice che ho "un gran telaio". Sorrido. Penso che ci devo lavorare ancora un bel po'.
Sento mio figlio che trascina i suoi passi in cucina. Lo raggiungo sentendomi in colpa perchè oggi è arrivato prima di me. Latte e biscotti per entrambi. Non dico nulla. Non dice nulla. Non so a cosa stia pensando: io all'odore di lei che sparirà sotto il profumo inutile di un paio di Gocciole.
Ci laviamo i denti e siamo fuori di casa: lui con il suo zaino e i suoi i libri, io con il mio e la mia macchina fotografica.
Garage... entriamo in auto. Si siede dove poche ore prima c'era un altro sedere, qualche anno più grande di lui.
Lo guardo, con già le sue cuffie e la sua musica che riempiono i suoi silenzi. Penso a quante seghe si farebbe se sapesse di avere il culo dove probabilmente c'è ancora traccia di qualche goccia di lei e che la sera prima non avevo avuto tempo di pulire per bene.
- Latino? - gli chiedo... - è l'ultimo compito prima dell'esame, vero? -
- Si -
- Hai studiato? -
- Si -
- Speriamo... - penso.
Arriva la scuola e uno sportello che si apre e si chiude subito dopo un "ciao".
Arriva l'ufficio, il primo caffè, la scrivania.
Il giorno prima, alle 18.00, ero uscito da quello stesso ufficio quasi ...