1. A metà del viaggio - racconto primo


    Data: 24/04/2018, Categorie: Etero Autore: life2hot

    ... sua mano si infila nel leggins. La sento muovere, non sposto la mia, non sposto il mio mignolo che ascolta ogni piccolo movimento delle sue dita. Mi giro e la vedo mentre si morde il labbro illuminata dalla fredda luce della sera.
    
    Il coglione che ho davanti frena sempre alla cazzo, mi dà fastidio. Scalo. La terza spinge le nostre schiene sul sedile e la mia mano torna per spingere le sue dita dentro di lei. Supero il coglione. Quarta, quinta e sesta. Ora posso ascoltare le sue dita muoversi al ritmo dei suoi respiri mentre le prime luci ai bordi della strada si accendono senza illuminare il nostro mondo segreto. Sei bellissima cazzo - penso -. Non gliel'ho mai detto. La mia mano si appoggia sulla sua pancia umida, forse ancora per la doccia forse per un po' di sudore, forse per entrambi.
    
    Suona il telefono, penso che sono uno scemo... rispondo senza capire cosa dice cosa dico. Ma oggi in un ufficio sono da solo. Scarico la posta. Faccio finta che ci voglia tempo.
    
    Chiudo gli occhi e sono ancora con lei. Il mio gomito che sfiora il suo seno, la mia mano che scende li.... C'è ancora la sua ma mi fa passare in "prima fila". I leggins che premono sulla sua mano, la sua mano che preme sulla mia. Le mie dita che non possono fare altro che entrarle dentro.
    
    Allontana il suo mignolo dalla mia bocca. Con il mio sguardo le faccio capire che non doveva assolutamente andarsene senza chiedermi il permesso. Ma come capita in quei momenti i miei pensieri sono come ordini da seguire ...
    ... alla lettera: altre dita ubbidienti arrivano tra le mie labbra, quelle colpevoli, quelle che sanno di lei . Peccato che un po' del suo denso piacere è rimasto sui suoi leggins e sul dorso della mia mano, quella mano che leccherò mentre percorrerò un'altra strada.
    
    Ma ora è qui e il suo respiro è solo per me, come il suo piacere come il suo sapore. Torna a guidare le mie dita. Percepisco il battito del suo cuore e il calore della sua pelle. Un gemito, leggero ed intenso. Freme, vibra trema.
    
    Mi guarda.
    
    Un ultimo spasmo... e ancora uno.
    
    Ancora pochi secondi e siamo arrivati.
    
    Per la seconda volta in poco tempo sussurra - Grazie papi -.
    
    Sento il mio cuore battere forte, la mia mente ringraziare il destino che mi ha regalato questa meraviglia.
    
    Percorro piano le ultime centinaia di metri. La mia mano è ferma, dentro di lei.
    
    Accosto, ma non davanti a casa.
    
    Mi sfilo dai suoi leggins.
    
    Si toglie la cintura... viene verso di me sfiorandomi con le sue labbra e i suoi profumi.
    
    La sua mano appoggiata in mezzo alle mie gambe, il suo polso che preme contro il mio uccello che sta scoppiando dentro un jeans troppo stretto.
    
    Si sporge ancora ad afferrare la sua borsa, ancora aperta, sul sedile dietro finendo di sistemarsi i vestiti.
    
    Qualcosa la aspetta: forse solo una cena di amici di università... o di famiglia. Non lo saprò mai.
    
    Esce di fretta. Un ultimo complice sguardo. Cammina veloce con la borsa che le dondola sfiorando il suo sedere, li dove vorrei ...