Averti accanto
Data: 28/04/2018,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... sentivo in diritto di chiedere, di parlare, perché volevo solamente fare subito l�amore. Lui non ebbe il tempo d�infilare la chiave nella serratura, che già io gli ero addosso: lo volevo tutto per me, ardevo e bramavo per il suo corpo e per la sua pelle come se fosse una terra senza identità, inesplorata e giammai valicata.�No, ti prego� - sussurrò lui.Io lo guardai in maniera inquisitoria e con lo sguardo gli chiesi che cosa avesse in mente di compiere. Interrompere adesso? No, non l�avrei fatto, perché mi sarei spinta totalmente a fondo. Oppure più o meno il suo comportamento era un modo per dichiararsi debellato, sbaragliato e sconfitto? Io continuai a premere le dita sulla sua camicia sudata, le labbra contro le labbra, per il fatto che si liberò da me, in quell�occasione mi sbalordii alquanto e lo esaminai allarmata e preoccupata:�Sono proprio curiosa e discreta, dimmi che cosa t�affligge e t�infastidisce?� - gli chiesi io con angustia e con un lieve timore.�Entra dai, ti prego�.Il tono della sua voce era dolce, malinconico, imbarazzata io entrai. Sulla parete attrezzata dirimpetto all�ingresso scintillava la nostra foto fatta durante un viaggio a Norimberga, quando per un intero fine settimana giocammo a inserirci in improbabili ruoli che stuzzicavano le nostre fantasie. Mi lasciò in piedi sulla soglia, si tolse la cravatta intanto che varcava l�androne e poi s�addentrò in cucina. Io restai a origliare in silenzio, non mi spostai da quella postura, non sfilai neanche il ...
... paltò, non scagliai sulla sedia neanche la borsetta, in quell�attimo respiravo a stento. Lui era eccentrico e bizzarro sì, ma non fino a questo punto, tant�è che m�intimò con lo sguardo e con i gesti a rimanere lì dov�ero, perché voleva sminuirmi, svalutarmi e umiliarmi per sempre, ecco che cosa voleva.Lui anelava che io lo seguissi come una cagna avvilita e scoraggiata ai suoi piedi, chiedergli in lacrime di fare l�amore, perché ne avevo bisogno quando improvvisamente sentii un sussurro. Quello sparlare proveniva dalla cucina, stetti un attimo in silenzio, smisi persino di respirare per ascoltare meglio, dato che avvertivo un riso soffocato d�una donna. Feci risuonare i miei tacchi lungo il corridoio, poiché camminavo lentamente ma con un�ansia snervante, m�affacciai dalla porta e li guardai, lui le circondava i fianchi e le sfiorava il collo, lei sorrideva soddisfatta con gli occhi semichiusi, alla fine scaraventai la borsa sul pavimento, avanzai minacciosa verso di loro e urlai:�Chi cazzo è questa qui? Si può per lo meno sapere che cazzo accade?�. Lui sorrise beffardamente e sbottò:�Lei è Veronica. Veronica, lei invece è Nannò�.Lui dopo svariati anni mi chiamava con questo fessacchiotto e grullo soprannome, tenuto conto che nella lingua greca antica significa �pupattola�. Lui ebbe il coraggio, la sfacciataggine e la strafottenza di chiamarmi in tal modo anche in quella circostanza, proprio un autentico bastardo, anzi, un esplicito mascalzone e pure ...