1. Francesca: Il mio sogno erotico parte III


    Data: 03/05/2018, Categorie: Tradimenti Autore: InusualMe, Fonte: EroticiRacconti

    L’attesa era adesso spasmodica, dopo averla incrociata sulla strada del motel, il giorno prima, non vedevo l’ora di poterle parlare. Ma dovevo trovare una scusa, un pretesto valido per non apparire invadente, volevo far sembrare il tutto il più casuale possibile e dovevo anche, nel contempo, farlo il prima possibile. Desideravo, difatti, sfruttare quel momento cercando così di trovare il modo per dirle che la desideravo da impazzire e che, in quel periodo lei, Francesca, era la protagonista assoluta delle mie fantasie erotiche. Fu mentre pensavo a quale strategia adottare che lo sguardo mi si poggiò su un libro riposto nello scaffale che mi stava di fronte. Era un libro che, qualche mese prima, mi aveva prestato proprio Francesca: “Leggilo Me, poi mi dirai se e quanto ti è piaciuto…” mi aveva detto, porgendomelo. Onestamente non lo avevo mai letto né sfogliato. Titolo e autore m’ispiravano poco. Decisi così di utilizzarlo come gancio per bussarle alla porta e restituirglielo. Se mi avesse chiesto pareri su esso, mi sarei comunque inventato qualcosa. Mi detti una sistemata, mi vestii e preso il libro andai verso l’uscio di Francesca e bussai alla sua porta. Tremavo un po’ quella volta. Sentivo che sarebbe stato diverso dalle volte precedenti. Francesca mi aprì e ancora prima che io potessi dire qualsiasi cosa mi disse: “Ciao Me. Ho appena fatto il caffè, se lo gradisci vieni di là” e si diresse, senza mai guardarmi in viso, verso la cucina; io rimasi quasi impietrito, da ...
    ... solo, sull’uscio di casa. La seguii in cucina e una volta lì mi versò il caffè, senza mai alzare lo sguardo e senza proferire alcuna altra parola. Era imbarazzata, tesa e per me di un sexy come mai l’avevo vista prima. Indossava i pantaloncini di una tuta, abbastanza larghi, probabilmente del marito, che le lasciavano scoperte le gambe dal ginocchio in giù e una maglietta Nike, sempre del marito che, standole larga, non appena si piegò per versarmi il caffè, offrì ai miei occhi lo spettacolo dei suoi seni nudi sotto ad essa. Si sedette sul divano, di fronte a me -che sempre stavo sul puff, quando andavo a trovarla- e iniziammo a bere il caffè, senza parlare, in una situazione alquanto surreale. - “Sono venuto a restituirti il libro che mi avevi prestato…” le dissi per rompere quell’assurdo silenzio. - “Ah! Il libro… già! Lo hai letto? Ti è piaciuto?” mi rispose accennando un timido sorriso come fosse, adesso, tranquillizzata del motivo della mia visita. - “No Francesca, non l’ho letto…” le dissi porgendole il libro. - “Allora perché me lo restituisci?” m’incalzò lei. - “Volevo trovare una scusa per venire da te, con un motivo valido per parlarti di… ieri” Le risposi tutto d’un fiato. Lei riabbassò immediatamente lo sguardo e si portò la tazzina di caffè alla bocca con entrambe le mani, come a voler nascondersi. Continuai dicendole che sì, l’avevo vista, ma non aveva motivo di temere o di sentirsi in imbarazzo, perché per una donna che, come lei stava forzatamente sola, reputavo ...
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