1. A spasso nel tempo 2


    Data: 04/05/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Raccontando

    ... sbrigherai qualche faccenda più leggera.»
    
    Fu così che Gismondo se ne andò senza degnarmi di uno sguardo. Io feci un inchino e indietreggiai per poi voltarmi e tornare da Ettore. Mi voltai solo un attimo nel momento di varcare la porta. La contessa mi stava ancora osservando.
    
    Tornai nelle cucine e spiegai al sig. Ettore l’accaduto.
    
    «Brutto sfaticato ma che mi combini? Mi metterai in cattiva luce col conte, sono io che ho chiesto di assumerti. Razza di sciagurato… Oh povera l’anima di tuo padre.»
    
    Si voltò e gridò ad alta voce: «Filippo! Filippo! Vieni subito qui.»
    
    «Mi dica ser Ettore, ai vostri comandi!». Questo Filippo veniva dalle cucine ed era davvero un bell’uomo. Moro e barbuto poteva avere 45 anni, ma davvero ben portati.
    
    «Ti affido questo scansafatiche, ti aiuterà in cucina. Ma sta attento, educalo bene che combina solo guai!»
    
    «Si ser Ettore, lasci fare a me che lo addrizzo io. Su muoviti, vieni. Come ti chiami?» Non aspettò neanche che rispondessi che si voltò e tornò in cucina. Lo seguii. La giornata fu massacrante. Anche se non eseguii lavori pesanti, Filippo mi fece fare un sacco di cose. Era rude e volgare, ma impeccabile sul lavoro.
    
    «Domattina alle 5 devi già essere qui Goffredo che dobbiamo preparare i pasti per il fidanzamento».
    
    «Si Filippo va bene.»
    
    «Ora torniamo nei nostri alloggi e andiamo a dormire, presto!»
    
    «Credevo avessi famiglia. Anche tu dormi qui?»
    
    «Mia moglie è morta dando alla luce nostro figlio. Poi il Signore ha ...
    ... chiamato anche lui e sono rimasto solo. Per fortuna il conte Enrico mi ha preso nel suo castello. Non è come una vera famiglia ma si avvicina.»
    
    «Scusa Filippo, ma quanti anni hai?»
    
    «Sono nato da circa 30 primavere, più o meno. Chi se lo ricorda. Perché mi poni questa domanda?»
    
    «Per semplice curiosità.»
    
    «E tu quanti anni hai invece?»
    
    «21, ne ho 21.»
    
    «E ancora non hai una moglie?»
    
    «Ehm, no.»
    
    Filippo mi scrutò torvo e aggiunse: «sei un giovane strano!»
    
    Giunsi nella grande sala in cui mi ero svegliato la mattina. Molti pagliericci erano già occupati. Il buio era infranto dal camino acceso che lasciava intravvedere ombre indistinte. Mi stesi su di un letto a caso e Filippo si stese su un altro accanto al mio.
    
    Chiusi gli occhi ma non riuscivo ad addormentarmi. Pensavo a tutto quello che mi stava accadendo. Non ero neanche più sicuro che fosse un sogno. Poi pensai a Gismondo, ai suoi muscoli. Rivisitai con la mente ogni momento di quella intensa mattinata, alla mia lingua che leccava il suo corpo, al sapore del suo pene, del suo nettare. Avrei voluto mi penetrasse, essere sotto di lui e amarlo. Questi pensieri mi fecero venire un erezione pazzesca e approfittando della penombra cominciai a toccarmi. Sentivo anche altri gemiti. Inizialmente rimasi di stucco, ma poi mi ricordai che in alcuni libri avevo letto che in quest’epoca ci si accoppiava un po’ dove capitava, davanti a tutti. Questo mi fece ancora più eccitare e continuai a menarmelo con più vigore. ...
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