Il controllore
Data: 05/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: MisterPrivilege
Franco festeggiava quel giorno il 25esimo anno di servizio: quanto tempo era già passato da quando gli affidarono il borsello nero e l’obliteratrice in uso ai controllori del servizio ferroviario nazionale.
Ne aveva viste di cose strane in quegli anni, gente sorpresa a sniffare sui tavolini pieghevoli degli scompartimenti, passeggeri chiusi in bagno per cercare di non pagare il biglietto, amplessi, sempre solo altrui, consumati sui sedili-divani a tre posti ma a seduta unica in uso sulle carrozze utilizzate fino a qualche anno fa.
Appena sorpassata l’intercapedine a soffietto tra un vagone e l’altro del treno Voghera-Milano immerso in questi ricordi, Franco salì la rampa che portava al livello superiore del convoglio a doppio piano e lo trovò vuoto, come del resto era l’intero treno. Solo quando aveva percorso l’intero vagone e stava per iniziare a scendere i successivi gradini scorse una ragazza con le gambe rannicchiate e i piedi sul sedile che non aveva potuto notare prima, in quanto nascosta dallo schienale. Le chiese quindi il biglietto ma lei non sembrò accorgersi della presenza estranea, intenta ad ascoltare l’i-pod con le cuffiette.
Francò tossì appositamente in modo fragoroso per attirare l’attenzione della passeggera e solo a quel punto lei trasalì un po’ spaventata. Si tolse le cuffiette e, riavutasi dal momentaneo spavento, guardò il controllore abbozzando un mezzo sorriso. Francò rispose al sorriso rinnovando al contempo l’invito ad esibire il ...
... biglietto.
La ragazza a quel punto si morse il labbro inferiore con fare dubbioso, guardandosi intorno e dicendo “il biglietto…. mmmm… chissà dove l’avrò messo….”. Cercò nelle tasche del giubbotto, nella borsa capiente, ma nulla. Esordì allora dicendo…”scusi ma è proprio necessario questo biglietto?” e Franco rispose con la solita tiritera del servizio pubblico soggetto al pagamento del costo del servizio di trasporto, pena la multa.
Mentre Franco ripeteva la sua nenia, la ragazza lo guardava con uno sguardo a metà tra lo scherno e il malizioso, passandosi la punta della sua lingua sulle labbra. Era una ragazza piacevole, forse un po’ troppo grunge per i canoni di Franco, ma molto attraente anche per la sua età, tra i 18 e i 19 anni considerati la tipologia di libri scolastici che aveva con sé. Peraltro lei, molto astuta, si accorse subito che avrebbe potuto esercitare il suo potere di seduzione sul controllore.
La ragazza si guardò intorno, si accertò che non ci fosse nessun altro passeggero e, con fare repentino, sollevò fino all’ombelico la sua gonnellina a scacchi, scostò le mutandine bianche con l’elastichino rosa e mostrò alla sua vista quella eterea e candida fichetta completamente rasata.
Franco sussultò, ma non lo diede a vedere, era la prima volta che gli capitava una situazione così diretta. Restò a rimirare la vulva della passeggera per diversi secondi e poi chiese con fare il più possibile professionale “allora, che vuole fare? mostrarmi il biglietto o pagare ...