La Profanazione
Data: 10/05/2018,
Categorie:
Incesti
Autore: Giovanna Esse, Fonte: EroticiRacconti
... intenso, potrebbe persino restare innocente. Il suo pene ancora non lo sento. “Buon segno”, mi dico “forse sfuggiamo a questo tremendo destino.” D’improvviso lo sento più deciso, si intuisce che ha preso coraggio, ora le sue mani s’infilano sotto la blusa. Le mie sensazioni cambiano quando torna a massaggiare il centro della schiena, ci passa il pollice, preme, e io mi scaldo. Al secondo passaggio, inesorabile, lungo tutta la schiena, m’inarco come una gatta, indipendentemente dalla mia volontà. La “botta” di calore mi prende come uno schiaffo potente dietro la nuca! Succede quando, per non essere più intralciato dall’elastico, mi sgancia il reggipetto: la molla scatta, i seni precipitano, molli e osceni. Non è più un gioco. Le tempie mi bruciano. Lui riprende a manipolarmi con i suoi massaggi… ma non è come prima: non sono lievi carezze, per quanto tenere e piacevoli. Non poteva essere altrimenti… lui va avanti e io immobile, calda, non so più a cosa aggrapparmi per resistere; anche se gli rimango sotto non vorrei provare niente se non amore. Ma lui, si abbassa di nuovo su di me e mi abbraccia, ma l’abbraccio gli permette di prendersi in mano i miei grossi seni e di martoriarli dolcemente, con bramosia. È evidente che sta soddisfacendo un vecchio desiderio, perchè è smanioso, incontenibile: gioca con i capezzoli grossi, che, mio malgrado, gli si inturgidiscono tra le dita, riempiendolo di foia.(*) Gli piace da morire. Lo sento, mi stringe: è pazzo di me; è reso folle da ...
... quello che sta accadendo… adesso è solo un maschio e mi vuole a tutti i costi. “Chissà se gli piaccio, come donna…?” un pensiero sciocco dettato dai miei sensi, anch’essi alterati. Più il tempo passa, più ci avviciniamo al peccato, lo so, ne sono certa e senza ipocrisia. Andremo oltre: lui non ritornerà sui suoi passi, io non saprò fermarlo, né fermarmi. Eppure, forse, potrebbe anche terminare adesso! La sorte: una telefonata provvidenziale; la vicina che bussa per qualche motivo… qualsiasi cosa. Un’interruzione, un segno, persino una sveglia che suona nel momento sbagliato. Probabilmente ci fermerebbe, ci lascerebbe tornare a vivere le nostre esistenze, con un piccolo segreto, l’accenno di un peccato; con l’alibi dell’indecisione e, segretamente, col rimorso di quello che era stato e di quello che avrebbe potuto essere… Ma il fato non interviene, e lui, mi mette la mano dietro le cosce. Si è accovacciato dietro di me, dietro il sedere, ha poggiato il palmo sul retro delle mie ginocchia. Tengo le gambe unite, strette, come se quest’ultimo baluardo di decenza potesse salvarci. Lui è li dietro per un motivo; la mia gonna nera è stretta ma scivola lentamente sulla seta delle calze, poi sorpassa l’orlo delle autoreggenti, ma lui continua a guidare l’indumento verso l’alto. La gonna diventa una fascia, poi quasi un nastro, un pezzo di stoffa inutile. Sono nuda, difesa solo dalle mutande elastiche nere, con mio figlio talmente vicino al mio sedere e alla mia intimità, da poterne ...