1. La Profanazione


    Data: 10/05/2018, Categorie: Incesti Autore: Giovanna Esse, Fonte: EroticiRacconti

    ... resistere; non posso sapere fin dove ci spingeremo. Non posso garantire sulla mia reazione fisica. Adesso, anche se siamo così vicini, non provando nessun piacere, i miei sensi non sono ottenebrati, quindi il sentimento più potente che mi sovrasta è la vergogna. Una mortificazione doppia, che aumenta sino all’insopportabile, perché ho vergogna oltre che per il possibile atto, osceno di per sé, anche per la mia età. La differenza mi avrebbe fatto sprofondare, chiunque ci fosse stato, quella sera, alle mie spalle… dal garzone del salumiere al migliore amico di mio figlio. Un ragazzo addosso a un’anziana signora; questo era! L’innegabile, squallida realtà. Potrei essere una bella signora per un coetaneo; posso piacere ancora a mio marito, ma se giaccio con un trentenne già questa, questa sola, è una depravazione. Però, dietro di me non c’è un ragazzo qualunque: c’è mio figlio! E la cosa è assai più complicata… imperdonabile. Ha un nome, un nome che, da solo, fa venire i brividi… una parola che ho evitato di formulare nella mente per quasi vent’anni: si chiama incesto. Avrei voluto restare immobile ma non sono riuscita a non sobbalzare; sorpresa, mentre divagavo persa in mille angosce, ho avuto uno scarto spontaneo, quando le sue mani si sono poggiate sulle mie spalle. Ora sono ferma, di nuovo. Lui ha avvertito il mio scatto. Ha ritirato le mani come si fosse scottato, ma poi le ha poggiate di nuovo; forse più deciso, più sicuro di sé. Piano, delicatamente, mi si china ...
    ... completamente addosso: le mani sulle spalle, il petto sulla schiena, il pube sulle grosse chiappe. Non ho sentito la sua virilità e ne sono felice. Un pensiero cretino mi attraversa il cervello, quasi sorrido… certo d’imbarazzo. È mio figlio, lo conosco bene, e so perfettamente che se il suo membro fosse duro lo sentirei, lo sentirei molto bene, visto che ha “un’attrezzatura” notevole; qualche volta persino oggetto di scherno, in famiglia. Il suo pene non mi faceva certo impressione: nonostante sia adulto, all’occorrenza, lo avrei guardato o toccato mille volte, senza tema, moscio o rigido che fosse… per lavarlo, per curarlo, per un’esigenza, un aiuto di qualsiasi genere. Ma pensarlo in vagina, no! Quello proprio non ce la facevo, mi sentivo svenire. Si è appoggiato su di me, tenerissimo, fa di tutto per non pesarmi; sento il suo fiato, veloce e alterato, dietro l’orecchio… Ho lavato anche i capelli. Ho fatto bene! Passano i minuti. Per fortuna non mi parla, non sarei in grado di rispondere. Adesso si alza, mi resta pressato solo sul sedere. Con le mani inizia a massaggiarmi la schiena. Mi piace tanto e mi aiuta a distendermi: “Ah, se tutto finisse così…” penso tra me ma non ne sono convinta. Mi stringe le spalle con le dita e le manipola, poi scende, piano ma deciso, lungo i fianchi e i reni. Come sto bene. Continua scendere e salire, poi stringe le mani verso la spina dorsale. Dio solo sa quanto è gradevole, per la mia povera schiena, di madre che lavora sempre. È tutto solo piacere ...
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