questo è per dirti che sono tornato.
Data: 10/05/2018,
Categorie:
Etero
Dominazione / BDSM
Autore: DonnaCamaleonte
L�estate torrida non accennava a diminuire i suoi effetti sulla città. Solamente una lieve brezza, di tanto in tanto, leniva la canicola di giornate che sembravano non avere mai fine. Il mese di agosto era scivolato lento e sonnacchioso, con le ore che si sommavano alle ore e i giorni che duravano un�eternità. Finalmente era arrivato settembre, carico delle sue promesse, delle sue aspettative. Sapevo che il mio signore sarebbe tornato dalle sue vacanze, che ci saremmo rivisti. Non sapevo quando sarebbe successo, sapevo solo che sarebbe successo.Io avevo già ricominciato a lavorare da quasi venti giorni, ma i miei superiori non erano ancora rientrati dalle ferie, così potevo indugiare durante la pausa pranzo e rosicchiare qualche altro minuto per me. Quella mattina ero stata particolarmente distratta, tanto che avevo dimenticato il cellulare aziendale a casa. Aspettavo la telefonata importante di un fornitore, che altrimenti avrei dovuto rincorrere ancora a lungo. Approfittai così della pausa pranzo per prendere il motorino e schizzare a casa, a recuperare il bene prezioso: chi non ha testa ha gambe, continuavo a ripetermi senza sosta.Indossai gli occhiali da sole, le cuffie nelle orecchie e mi lasciai accarezzare dal sole settembrino, cercando di lasciare che la mia testa si liberasse di ansie e preoccupazioni. Arrivata quasi a casa, i miei occhi si fermarono sull�ultima persona che avrei pensato di incontrare per strada. Il mio cuore iniziò a battere senza ritmo, le mie mani ...
... iniziarono a sudare e la mia testa a pulsare: il mio signore era lì, a pochi passi da me. Si voltò quasi insieme al semaforo che decretava il rosso e ci guardammo. Fu un istante eterno, che disse molto più che le parole. Un saluto veloce, quasi freddo, due parole di circostanza senza troppo valore e la specifica che entrambi eravamo molto di corsa.Fu strano vedersi così, dopo tanto tempo, dopo tanto silenzio e tanta assenza. Questo pensiero mi turbò per il resto del giorno, sebbene io cercassi di non pensarci.Quella sera, tornata a casa, come ogni sera da qualche tempo a quella parte, indossai la mia tenuta ginnica e andai a correre. Avevo un terribile bisogno di schiarirmi le idee, di liberare la mente e il corpo. Corsi a lungo, senza fretta, lasciando che tutta la stanchezza e la frustrazione si allontanassero da me e già, al mio ritorno, pregustavo una doccia rilassante. Entrata a casa, lanciai un�occhiata al cellulare che avevo lasciato sotto carica e non potei fare a meno di notare che avevo un messaggio. Era lui. Il mio signore che mi scriveva. Avvertii immediatamente il vuoto nello stomaco. Allora non aveva dimenticato. Mi chiedeva dove fossi, che cosa stessi facendo. Gli risposi tranquillamente �meno male che il telefoni nascondono i visi che scrivono messaggi- che ero appena rientrata dalla mia corsa serale, pronta per fare la doccia.�Non lavarti. Così come sei indossa un vestitino leggero, tacchi alti e metti due mollette sui capezzoli e sulle grandi labbra. Scendi ...