questo è per dirti che sono tornato.
Data: 10/05/2018,
Categorie:
Etero
Dominazione / BDSM
Autore: DonnaCamaleonte
... la scala, lentamente, passo dopo passo. Vieni nel nostro posto, entro e non oltre le 20.30. Se tarderai, non mi troverai più e verrai punita per il tuo ritardo�.Di questo messaggio chiaro, lineare, semplice e a prova di errore, non so dire che cosa mi abbia turbato di più: il fatto di vedere finalmente il mio signore dopo tanto tempo? Il fatto di vederlo senza potermi lavare, dopo avere fatto esercizio e quindi non essere profumata e pulita? Il fatto di dover andare per strada, senza nessun tipo di biancheria intima e con le mollette dei panni addosso? E se qualcuno se ne fosse accorto? E se una mi fosse caduta dalle gambe? Sarei morta dall�imbarazzo e il mio signore mi avrebbe punita perché sarei arrivata in una condizione diversa da quella che lui mi aveva ordinato. Eppure tutta questa situazione mi eccitava terribilmente e fu per questo che ebbi qualche difficoltà ad applicare le mollette: scivolavano troppo! Dovevo anche fare abbastanza in fretta: non avevo molto tempo a disposizione e la strada da fare, benché non lunghissima, era comunque parecchia.Mi incamminai ed ogni passo sembrava una tortura infinita. Le mollette mi procuravano fra le gambe una sensazione incredibile fra le gambe: sentivo farle attrito fra di loro e sulla mia pelle. Una delle quattro (perché 4 mi erano state ordinate di applicare) era pericolosamente vicina al clitoride e così ogni movimento era estasi e inferno, godimento e terrore. La strada sembrava infinita: guardavo con terrore l�orologio, ...
... pregando di non arrivare oltre l�orario indicato. La sua punizione non si sarebbe fatta attendere ed era l�ultima cosa che avrei voluto. Arrivai al luogo stabilito che ero in orario, qualche minuto prima delle 20.30. Nel vedermi sorrise, guardò l�orologio e mi disse che ero stata brava. Mi fece entrare, abbassò la serranda del garage che dava su strada e mi guardò. �Sei abbronzata�, mi disse. Sapevo dove voleva andare a parare.Durante l�estate mi aveva dato dei compiti da svolgere e mi aveva imposto di annotare su un diario ogni cosa: lo svolgimento dei miei doveri ma anche eventuali mancanze. Avrebbe letto ogni cosa e poi mi avrebbe fatto sapere il suo verdetto. Quel quaderno era diventato un diario, in realtà e quelle pagine, che oggi gli avrei riconsegnato, erano diventate qualche cosa di molto intimo e privato, non solo il conto delle mancanze e delle cose fatte bene. Mi tremavano le mani, nel consegnargli quel diario dalla copertina nera: gli stavo affidando un pezzo importante di me, che avrebbe dovuto trattare con estrema cura e attenzione. Solo quella era la mia richiesta. �Sei abbronzata� mi ripetè e con la mano lasciò scivolare la parte superiore del mio abitino. La prima cosa che vide furono le mollette. La seconda il segno dell�abbronzatura. �Vedo che porti i segni del costume e che quindi non hai eseguito tutti i miei ordini�. I suoi occhi si fecero di fiamma e prese i miei capezzoli fra le sue dita, stringendoli con forza. Fra quella pressione e la presenza ...