1. Sara e il professore - 4a parte


    Data: 13/05/2018, Categorie: Etero Autore: alessandro1987

    ... aveva guadagnato qualche posizione, non era ancora al sicuro, ma forse su questa novità si poteva lavorare, magari non subito, ma con un po' di impegno, forse. Ritrovata così la sua baldanza si rivestì, Monica sempre in uno stato pietoso, e fece per uscire.
    
    «Te ne vai così?», piagnucolò lei, con ben poca forza nella voce.
    
    «Direi di sì, magari prossimamente ne riparliamo, se ti va»
    
    «Stronzo»
    
    «Ma fottiti, stai buonina e magari ne esce fuori qualcosa di buono per entrambi»
    
    L'uomo sorrise dentro di sé, mentre si faceva strada in lui una nuova consapevolezza.
    
    «E vedi di rivestirti, anzi vedi di ripulirti, prima, per cortesia»
    
    «Ma vaffanculo!»
    
    Quest'ultima risposta non piacque al professore, che si sentì di colpo attraversare da un lampo di sadismo.
    
    «Cosa cazzo hai detto?», esclamò.
    
    La donna si spaventò, non si aspettava questa rezione «Ehi, dai, scherzavo, cioè, mi è venuto così»
    
    «Mi mandi affanculo per scherzo?», rispose lui, con violenta severità.
    
    Monica non sapeva cosa rispondere e, in quei lentissimi secondi di silenzio, l'uomo fece in tempo a togliersi di nuovo i vestiti, scoprendo ancora il membro.
    
    «Credo ti serva una bella lezioncina, cara la mia insegnante»
    
    «Sei matto? Cosa credi di fare», disse lei, pur rimanendo sempre a pecorina, posizione che aveva mantenuto per tutto il tempo.
    
    «Stai zitta, sei anche ricoperta di sperma, fai schifo, non hai diritto di rivolgermi la parola»
    
    Il professore iniziò a segarsi, aspettando che ...
    ... il cazzo si indurisse al punto giusto.
    
    «Forza, allarga quel buco maledetto»
    
    La donna, visibilmente sconvolta, si limitò ad allargare un po' le gambe, per poi infilarsi le mani tra le cosce, bagnandosi per bene la figa.
    
    «Oh cara, credo tu abbia capito male il mio invito», sussurrò lui, mentre le si avvicinava da dietro, tenendolo dritto in mano.
    
    «Cosa? Non capisco... Ah! Porco! ah, smettila, ti prego, ti prego, mi fai male», iniziò ad urlare lei.
    
    Il nostro uomo aveva deciso infatti di penetrarla dietro, nel culo, e con gran gusto peraltro.
    
    «Ma senti come lo prende bene in culo la nostra professoressa, brava zoccola»
    
    «Ti prego, mi fai male, ahia, mmm, smettila, non voglio»
    
    «Ahah, ma figurati, senti come entra, è tutto un programma questo culetto, ti piace eh?»
    
    «No, basta, mmm, maiale, brutto maiale, mi stai inculando, porco maledetto»
    
    «Certo, perché ho voglia di riempirti per bene dietro, e anche tu hai voglia di ubbidirmi»
    
    L'insegnante si piegò sul corpo di lei, che, dopo lo sforzo iniziale, era ora rilassato al punto giusto. Lui la stantuffava con ferocia, godendo come un porco, le teneva una mano sul fianco e l'altra direttamente tra i capelli, spingendole la testa verso il basso. Lei rimase con il culo bene in vista, le braccia tese, le mani aggrappate alle lenzuola.
    
    «Avanti, prendilo tutto, prendilo dentro, voglio scoparti nel culo»
    
    «Mmm, sì, mmm, maiale schifoso, smettila, scopami, basta, non voglio, sborrami dentro»
    
    «Lo sapevo che ...
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