1. Sara e il professore - 4a parte


    Data: 13/05/2018, Categorie: Etero Autore: alessandro1987

    ... preferita.
    
    «Benvenuta nella mia umile camera», iniziò lui, cercando di essere spiritoso.
    
    «E' molto più grande della mia!», esclamò Sara di rimando.
    
    «E ci mancherebbe altro, sono un professore!», le rispose ridendo.
    
    L'uomo stava perdendo i freni inibitori, le sue azioni presto sarebbero diventate totalmente sconsiderate.
    
    «Vieni, siediti sul mio letto», le disse.
    
    Lei si sedette, e subito prese a parlare.
    
    «Oddio, mi gira la testa, non so cosa ho bevuto»
    
    «E me lo dici così!»
    
    «Beh, ma è vero!», gli urlò in faccia lei, visibilmente ubriaca.
    
    «Ahahahah, ma pensa te! Non voglio nemmeno sapere cosa ti sei bevuta guarda»
    
    «Tanto già non me lo ricordo più»
    
    «Andiamo bene!»
    
    «Prof, volevo dirle una cosa»
    
    «Dimmi pure», e subito lui si mise tutto orecchi.
    
    «Lei mi piace»
    
    «Ahah, ecco, questa è la prova che hai bevuto troppo»
    
    «Ma io le dico questa cosa e lei ride!», mise il broncio.
    
    «Dai, hai ragione, non sono stato molto carino, però, devi capire che sono molto più grande di te!»
    
    «E ce l'ha anche grosso infatti!», esclamò lei, fuori di sé.
    
    L'uomo rimase un attimo sbalordito, e poi scoppiò a ridere.
    
    «Ma perché ride sempre!»
    
    «Ahah, perché sei ubriaca e non ti rendi conto di cosa dici»
    
    «Perché, cosa avrei detto di tanto sbagliato! Io gliel'ho visto!»
    
    «Non credo proprio, e poi eri di spalle, non potevi!», disse lui, subito rendendosi conto delle enormità che stava spifferando ad alta voce.
    
    «Beh, almeno, ho intuito, ...
    ... ecco»
    
    Il professore era eccitatissimo, continuò.
    
    «Se vuoi, possiamo confermare la tua intuizione, che ne dici?»
    
    «Tipo?»
    
    «Vuoi vederlo?», fece lui.
    
    Lei, senza rispondere nulla, si accovacciò sul pavimento, subito a fianco del letto del professore e, fissandolo negli occhi, cominciò a sbottonargli i pantaloni.
    
    Il nostro era paralizzato dal piacere: la vista di quella giovane creatura, la situazione, le promesse che quel bel corpo sembrava poter mantenere, tutto questo contribuì a spezzargli il fiato.
    
    Lei, forse incurante del suo potere, continuò nell'opera: dopo i pantaloni vennero i boxer.
    
    Il cazzo del professore era nuovamente allo scoperto, duro, turgido, ben visibile agli occhi di quella giovane studentessa.
    
    «Allora, cosa ne pensi? Confermi?», domandò l'uomo.
    
    «Eh sì! E' grosso, sì sì, e poi è così duro»
    
    «Perché sono eccitato, cara»
    
    «Come quando mi guardavi il sedere?»
    
    «Brava»
    
    Il docente stava per parlare, quando lei, quasi ad intuire quello che fosse il suo desiderio, si avvicinò con la bocca, proprio lì, dove quel bell'arnese maturo si mostrava senza alcun imbarazzo.
    
    Le labbra di lei lo bagnarono, senza vergogna, per poi scendere subito sulle palle. Con gran gusto la ragazza iniziò a succhiarle, lentamente, ma senza fermarsi mai.
    
    Il professore godeva di quella piccola porca, intenta a fargli assaporare la gioventù e la bellezza.
    
    Per diversi minuti non osò interagire, poi, all'aumentare dell'eccitazione, afferrò la testa della ...