Il restauro parte 1 di 2
Data: 14/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Zindo
... sette bello, il punto che ti mancava per vincere. Mi ritiro. Basta giocare, liberiamo il tavolo perché mi sa che è ora di apparecchiare.
Carlo mi guardò sornione, sorrise e insistette:- Pensaci, la mia non era una battuta ma una proposta, naturalmente la prestazione sarebbe reciproca.
Fu lui a raggruppare le carte, ricomporre il mazzo e metterle da pare. Io ero fortemente in imbarazzo.
Forse se non ci fosse stato anche Filippo a poca distanza, avrei risposto male più per salvare la mia immagine che per disgusto: ero sorpreso, non scandalizzato.
A parte la soluzione che Carlo aveva prospettato il problema esisteva, probabilmente per tutti e tre, anche se nessuno ne parlava.
Il fatto è che eravamo già a metà della seconda settimana del nostro soggiorno in quella casa isolata dal mondo o quasi.
Una casa di montagna distante qualche centinaio di metri dal piccolo agglomerato di case disabitate che costituivano quello che chiamavano“paese” ma non lo era; era solo una frazione sperduta del vero paese, a circa tre chilometri di distanza, anch'esso quasi del tutto disabitato.
Molte case erano abbandonate, altre abitate solo per brevi periodi l'anno, per soggiorni vacanzieri dei proprietari o loro amici, ma non in quel periodo in cui ci stavamo noi. In quel periodo c'era il deserto.
Io muratore, Carlo carpentiere e Filippo elettricista ed idraulico, stavamo lavorando in nero ed a cottimo, alle modifiche ed alla ristrutturazione di una vecchia e piuttosto ...
... grande casa di montagna.
La casa era di proprietà dell'ingegner Savanelli, il tecnico che progettava gli edifici e dirigeva i lavori nei cantieri per l'impresa edile con la quale tutti e tre lavoravamo. In quel periodo però eravamo in cassa integrazione a causa dei troppi appartamenti ancora invenduti per la crisi che aveva colpito il settore edilizio.
L'ingegner aveva proposto a noi tre di eseguire i lavori di ristrutturazione e alcune modifiche da lui studiate, per un compenso a cottimo abbastanza interessante ed esentasse perché il lavoro era eseguito in nero.
Ecco perché da una decina di giorni eravamo lassù. Lavorando sempre, aiutandoci l'uno con l'altro, senza orari prestabiliti, cioè dalla mattina alla sera, pur di finire al più presto.
In dieci giorni avevamo visto poche persone: l'ingegnere Savanelli un paio di volte, quand'era venuto a controllare i lavori e darci delle disposizioni; alcuni camionisti venuti a portare i materiali necessari e ordinati da Savanelli; gli anziani Tonio e Maria, i titolari di due negozi in paese, quello vero lontano tre chilometri, quando, a turno, eravamo andati a fare acquisti di vivande, detersivi e sigarette.
La casa era abbastanza comoda per poterci vivere, c'era tutto il necessario, dai letti per dormire ad una cucina ben attrezzata, il gruppo elettrogeno per generare energia elettrica e legna per il camino capace di produrre acqua calda.
Filippo non ce la faceva a lavorare ininterrottamente per ore ed ore, almeno non ...