La casa di campagna 2
Data: 16/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: PassPa
... entravamo mi disse di chiamarsi Cesare......... Quel Cesare....... pensai.
Quella informazione mi metteva a disagio, anche se la curiosità di capire cosa poteva succedere mi spingeva a rimanere.
Pensando che ero lì per capire cosa volevo dalla vita, entrai e mi misi seduto mentre Cesare versava il caffè.
Si sedette accanto a me, sul divano, e mentre bevevamo il caffè mi guardava sorridendo. Ero curioso e risposi al sorriso, aspettando di capire che succedeva. Non dovetti aspettare molto. La sua mano cominciò a toccarmi il collo, quasi un massaggio, ma sempre con più forza, sino ad infilare la mano sotto la maglietta e sempre più giù. La sua mano aveva una pelle ruvida che al tocco mi eccitava non poco. Dopo un poco le mani erano diventate due e mi abbracciava da dietro dopo che mi aveva sollevato e messo sulle sue gambe. La maglietta volò via e sentii il contatto con il suo petto, il suo pelo, i suoi capezzoli che erano duri e grandi, anche per via dei piercing. Improvvisamente Cesare mi afferrò il viso, infilando le sue dita nella mia bocca, e immediatamente cominciai a succhiare le sue dita grosse e ruvide, come se fossero dei cazzi che mi fottevano la bocca. La cosa lo eccitò, credo, visto che da sotto cominciavo a sentire dei movimenti, come un qualcosa che si ingrossava e che premeva.
Sentivo che l’eccitazione cresceva e improvvisamente Cesare fu come se subisse una trasformazione. Cominciò a toccarmi dappertutto e mi sollevò come se fossi senza peso. Mi ...
... strappò i pantaloncini e cominciò a mordermi il culo, alternando leccate sul buco e morsi anche vicino le palle. Faceva male, ma non volevo smettesse. Capì che mi piaceva e cominciò a farlo su tutto il corpo. Le braccia, il collo, i capezzoli che leccava, tirava, mordeva. Decisi di provare a fare qualcosa anche io e lo toccai prima sulle cosce di marmo, poi sulle spalle enormi, poi sul petto peloso e muscoloso. Gli piaceva e mi lasciava fare, ma fu quando gli toccai i capezzoli che capii cosa voleva. Glieli tiravo e mugolava. Glieli leccavo e mi stringeva i coglioni. Glieli mordevo e mi afferrò la testa e cominciò a darmi il ritmo che voleva lui. Da quel momento in poi prese in mano la situazione e cominciò a darmi degli ordini, con una voce dura, maschia di quelle che non ammettevano rifiuti o dubbi. Si doveva ubbidire. Cominciò anche a insultarmi. “Troietta che non sei altro. Ti piace succhiarmi i capezzoli, vero? Lo senti come sono duri e lunghi? Ti piace che ho i piercing? Lecca, succhia, che poi passiamo ad altro”. Non sapevo se avere paura o lasciarmi andare. Non sapevo dove voleva arrivare, ma ….. il gioco mi piaceva e capivo che il ruolo di troietta sottomessa mi piaceva. Dopo un po’ mi prese la testa e mi aprì la bocca, prima infilando nuovamente le dita, sino in gola, poi sputandomi dentro una gran quantità di saliva. Mi ordinò di non ingoiare, che mi sarebbe servita per farlo godere….
Capii cosa intendeva appena mi prese la testa tra le mani e si alzò. Vidi per la ...