1. Mi hai scoperta


    Data: 16/05/2018, Categorie: Etero Autore: Astarte, Fonte: RaccontiMilu

    All'inizio della storia quell'uomo che trovavo ogni mattina sulla mia strada mi metteva a disagio. Trovarlo fermo lungo la calle, avvertire il suo sguardo fisso su di me già da lontano, passargli vicino e sentirlo sussurrare frasi provocatorie, vederlo sorridere soddisfatto del rossore che mi imporporava le guance, mi faceva sentire sporca. O forse mi sentivo così perché era quella la reazione che qualsiasi altra ragazza avrebbe avuto al mio posto. I veri sentimenti che quelle attenzioni mi provocavano mi furono infine svelati da un sogno. Sognai di incontrarlo come al solito lungo la strada che percorrevo ogni mattina per andare in facoltà; era lì, fermo all'angolo, come sempre, e se nella realtà si era sempre fermato ad apprezzamenti coloriti, nel sogno era invece divenuto tutto d'un tratto più coraggioso: mi aveva afferrata per un braccio e spinta contro il muro, premendo col suo bacino contro di me. Io avevo reagito, tentando di liberarmi, e nella colluttazione eravamo finiti a terra, lui con la schiena contro il lastricato, io a cavalcioni su di lui. Nel sogno mi muovevo su di lui, sfregando il mio sesso celato dai leggings contro la stoffa che tratteneva a stento il suo cazzo, mi eccitavo nel sentirlo farsi duro per me, e lui se ne rendeva conto. Risvegliatami da quel sogno dovetti fare i conti con la realtà: quell'uomo mi eccitava. La sola idea di vederlo, di sentirlo mormorare frasi spinte, accendeva un fuoco tra le mie gambe. Quell'estraneo divenne il centro di ...
    ... tutte le mie fantasie erotiche, tanto che mi masturbavo pensando a lui quando ero sola, e immaginavo fossero le sue mani a toccarmi, e non quelle del ragazzo che stavo frequentando. Divenne un chiodo fisso, i nostri incontri mattutini erano il momento che aspettavo con ansia, gli passavo vicino con le ginocchia tremanti di voglia, quasi trattenevo il respiro per non perdermi nemmeno una sfumatura della sua voce bassa che mi chiamava con gli appellativi più volgari che si possano immaginare. Quella situazione però non poteva durare in eterno: era giugno e presto avrei lasciato Venezia per godermi le mie meritate vacanze estive. Proprio pensando questo mi decisi ad agire. Una mattina trovai il coraggio di fare la prima mossa e scesi di casa decisa a dimostrare a quell'uomo che ero proprio come mi descriveva. Vestita con un leggerissimo abito nero e un completino intimo di pizzo color acquamarina, presi la strada che portava alla fermata del vaporetto, camminai pregando di trovare lo sconosciuto al solito posto... Per fortuna la strada non era lunga, e presto vidi la sua familiare sagoma appoggiata contro il muro di un palazzo. Allungai il passo, spaventata da quello che stavo per fare e allo stesso tempo impaziente, evitai di guardarlo negli occhi mentre mi avvicinavo, e solo quando mi trovai a pochi passi da lui mi feci coraggio e mi fermai per fissarlo negli occhi. Quel gesto evidentemente dovette stupire lo sconosciuto che rimase in silenzio a fissarmi. Nonostante sentissi la ...
«123»