Estasi
Data: 18/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: edipo46
... si notava dei suoi addominali non eccessivamente scolpiti. Era teso, con la bocca socchiusa si preparava alla penetrazione.
Gli accostai dolcemente il mio uccello al suo buchetto. Lo introdussi lentamente. Con delicata penetrazione, infilai la cappella del mio cazzo. Marco si contrasse dal dolore iniziale; serrò i denti e digrignò con lo sguardo.
“Cazzo, che male ! ... spingilo tutto dentro, dai, aahaa .. aahaa .. ancora dentro … o ora o mai più”.
Affondai il mio arnese con un colpo di glutei per quanto potevo nel suo sedere. Spalancò gli occhi, rovesciò la testa all’indietro e si portò una mano sulla bocca per coprire l’urlo di dolore che emise. Ma non era solo dolore, era un’esclamazione anche di soddisfazione, di raggiungimento di un traguardo nuovo che era riuscito a tagliare. Aveva il collo tirato dalla tensione.
“Muoviti, inizia a scoparmi, cazzo, continua”, mi supplicò con la voce tirata.
Con lentezza iniziai delle spinte ritmiche che piano a piano affondavano sempre di più nel suo retto. Era un movimento delizioso. Sentivo il mio arnese tutto nudo, a pieno contatto con il suo interno del culo. La mia pelle che si sfregava lentamente con la sua. La pelle del mio manico in tiro che scivolava su e giù, sfregandomi la cappella dura, passando e ripassando sul glande, sul frenulo del piacere. Ogni affondo voleva dire godere di più. Ogni ritirata era una rincorsa verso un nuovo stadio del piacere. Mano a mano che procedevo nell’inculata, vidi che il suo ...
... volto si rilassava, si distendeva, iniziava a godere veramente. Il dolore iniziale era passato. Si era tramutato in un delizioso ed intenso piacere, caldo, profondo, intenso sfrigolio che si accresceva sempre più, diveniva più concentrato, più fisso, più costante. Il rumore ritmico delle reti del letto accompagnava gli affondi dentro di lui.
Lo dominavo, mentre lo penetravo lo vedevo sorridere, distendere i lineamenti del suo viso, sembrava in estasi. Andai sempre più aumentando la velocità. Il mio tronco del sesso si stava limando per bene il suo sfintere. Ero tutto dentro di lui. Iniziai ad ansimare dal piacere, a concentrarmi sulla respirazione, su e giù, dentro e fuori. Mi tenevo sopra di lui cercando qualche volta di baciargli il volto, di planare sul suo collo e quando lo facevo, sentivo il tremore del piacere che gli contraeva i muscoli interni e rendeva più difficile e più delizioso penetrarlo, per lo sforzo di entrata che compivo. La sacca dei miei coglioni sbatteva sul suo fondo schiena ad ogni entrata, avevo gli addominali tutti in tiro, in tensione perfetta per le spinte.
Marco, ad un certo punto, per godere meglio – voglio godere di più – mi tolse le gambe dalle spalle e le tenne divaricate attorno ai miei fianchi. Fotterlo era ora più bello perché aveva tutta la muscolatura sempre più contratta. Il mio uccello era sempre più bagnato, sempre più eccitato. Il sudore mi scendeva dalla faccia, segnava il torace, mi rigava il dorso della schiena, cadeva sul suo ...