1. Estasi


    Data: 18/05/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: edipo46, Fonte: Annunci69

    Ho avuto una vita sentimentale e sessuale un po’ complicata, ambigua, bifronte, prevalentemente ed apparentemente solo etero, in realtà intimamente molto attratta in senso omo. E anche se ho collezionato tante, tantissime fiche, oltre quella avvolgente e succosa di mia moglie, sono le più rare e difficili relazioni coi maschi che mi hanno segnato di più, quelle che mi hanno regalato le sensazioni e le emozioni più forti.
    
    Oggi ho 55 anni, una moglie ancora calda e troia, più di qualche amica matura sempre accogliente e disponibile, un paio di amici della mia età coi quali di tanto in tanto ci ritroviamo e ci rigeneriamo in sauna. Ma resiste incredibilmente nella mia testa, nella mia memoria, l’immagine del mio primo amico di collegio, l’esperienza primigenia che mi fece scoprire ed apprezzare la bellezza dell’amore tra maschi, la scena di un film che avrò rivisto mille volte nella mia mente.
    
    Si chiamava Marco, aveva degli occhi azzurri incantevoli, un sorriso timido che esaltava la sua carnagione mora, dei capelli castano scuri assai folti, la lanugine adolescenziale che anticipa la barba vera e propria. Eravamo all’ultimo anno di collegio, avevamo entrambi superato da poco i 18 anni ed eravamo in procinto di affrontare gli esami di maturità scientifica.
    
    Ricordo ancora il silenzio che regnava nel grande stanzone dove dormivamo la notte. Erano tutti usciti per una gita notturna. Solo Marco ed io eravamo rimasti: lui perché si era preso una pallonata in faccia giocando ...
    ... a calcio il pomeriggio e riportando una contusione proprio vicino all’occhio sinistro; ed io un pò per pigrizia, un po’ per amicizia con Marco, per non lasciarlo solo.
    
    Avevamo un certo feeling, una sintonia che avevo imparato ad intuire da piccoli gesti, da sorrisi regalati quando i nostri sguardi si incrociavano; da piccole carezze dietro la schiena quando lui passava vicino a me, che potevano essere benissimo scambiate per casuali; per il fatto che non perdevamo occasione per dialogare riservatamente, per confidarci.
    
    Quella sera cenammo insieme con i cuochi, poi lui mi chiese di andare a fare quattro passi. Passeggiammo per circa un’ora, io e lui, accompagnati solo dalla luce della luna, nella semi oscurità che può offrire la valle di notte, tenendomi sotto braccio per non perdere l’equilibrio.
    
    Parlammo delle nostre cose, degli esami che incombevano, di alcuni compagni particolarmente antipatici, di una certa malinconia che avvertiva in certi momenti. Per confortarlo gli strinsi più forte la mano che aveva appoggiata sul mio braccio e gli feci una piccola carezza sul viso. Lo sentii rabbrividire, ma al tempo stesso sentii tanta tenerezza per lui, così bello e indifeso.
    
    Rientrati al collegio, salutammo i cuochi che stavano anche loro per andare a dormire, ci recammo nello stanzone vuoto che ospitava i nostri letti a castello. Avevamo già indossato i nostri pigiami, quando Marco mi chiese se potevo dargli un’occhiata all’occhio che gli faceva male. Mi avvicinai al ...
«1234...9»