1. La prof-i tre giorni che mi cambiarono la vita


    Data: 23/05/2018, Categorie: Etero Autore: pop45, Fonte: Annunci69

    Gli psichiatri sostengono che in ogni donna esiste un cassetto nel quale nascondono e accumulano desideri e fantasie di trasgressioni sessuali di ogni tipo. Qualcuna non lo aprirà mai negandone addirittura l’esistenza. Altre più sincere e realiste ne ammettono l’esistenza ma hanno bisogno di un uomo a cui consegnare la chiave perchè si prenda l’iniziativa di aprirlo. E ciò che mi ha fatto capire una mia cliente raccontandomi alcune sue esperienze di vita che l’hanno portata ad accettare con serenità le sue esigenze sessuali che l’hanno condotta ad una più profonda conoscenza di se stessa. Qui ne voglio descrivere solo la parte iniziale, quella che dato il via a una crescita erotica pienamente e intensamente vissuta. Le confidenze raccolte era no assai più colorite e dttagliate, ma cedere troppo alla concretezza descrittiva tornerebbe a scapito dell’erotismo. Chi si diletta della prima passi pure a un altro racconto: resterebbe deluso.
    
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    La riunione nell’aula professori si era svolta con la solita noiosa elencazione di incapacità a contenere la straripante esuberanza dei nostri giovani liceali. Dalle espressioni di qualche collega si poteva quasi ipotizzare un malcelato senso di gelosia per la loro vitalità. In qualche modo lui (ma anche lei) l’aveva persa o non l’aveva saputa valorizzare in modo adeguato quanto si era manifestata. Dentro di me sorridevo ironica e malignamente pensavo “Ma dai, che vorresti tornare anche tu, solo che allora eri più “frenati” e ...
    ... adesso non hai più l’età...”. Raccolte le nostre scartoffie, che di magistrale avevano solo l’arroganza, ci siamo accinti a lasciare l’aula. Io che mi trovavo in fondo efui tra le ultime ad avviarmi verso l’uscita.
    
    Con il mio registro stretto al petto mi ero spostata di lato in fianco alla porta per cedere il passo in senso di rispetto a Roberto, il preside. Leggermente più alto di me, 63 anni, fisico asciutto, brizzolato, un ibrido tra autoritario e paterno, esercitava un fascino che incuteva quasi timore per la sua innata capacità di spiazzare il suo interlocutore e andare subito al cuore del problema. Mi aveva guardato intensamente negli occhi, aveva apprezzato il mio gesto, a aveva proferito un “Grazie” accompagnato da un sorriso. Ma successe qualcosa che non mi sarei mai immaginata potesse avvenire in un uomo della sua serietà e integrità, qualcosa che avrebbe cambiato o sconvolto la mia vita. Fermatosi improvvisamente sulla soglia come se avesse dimenticato qualcosa, fece un passo indietro, mi guardò e..
    
    - Tu non ti conosci abbastanza, ne parleremo.
    
    Nel mentre la sua mano era andata a posarsi tra le mie gambe, premendo sulla mia intimità che aveva avvolto vigorosamente col palmo della mano e insinuando il dito medio più marcatamente, per quanto gli consentisse di fare la leggera gonna che mi copriva la mutandina.
    
    - Ma... come...
    
    Lo sconcerto, o il disappunto, o la sorpresa, non so cosa, era stato tale che non ero neppure stata in grado di proferire alcunchè, ...
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