L'ultimo bicchiere
Data: 23/05/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Apogeo
Varcai la porta dell’Hotel Tre Vicoli alle 19:00 di un caldo pomeriggio di luglio. Avevo viaggiato in treno, comodamente ed in prima classe, però mi sentivo lo stesso molto stanco, forse perché, nonostante i confort dei moderni mezzi ferroviari, per coprire il tragitto da Milano a Pescara mi ci vollero comunque quasi 6 ore ed in più partii direttamente dopo una mattinata di lavoro in ufficio, senza nemmeno avere il tempo di mangiare qualcosa.
Alla reception fui accolto da un cortese ragazzo sulla trentina, molto magro e longilineo. Indossava jeans chiari ed una polo gialla che faceva risaltare la sua notevole abbronzatura. Aveva occhi castano chiaro, come del resto i capelli che portava, come la moda impone, con un folto ciuffo ben pettinato in contrasto alla corta rasatura ai lati. Le sue braccia erano per buona parte coperte da tatuaggi colorati molto ben fatti.
Mi disse di chiamarsi Dario e chiacchierammo del più e del meno per una decina di minuti. Sbrigai, quindi, le pratiche di check-in e salii il più in fretta possibile in camera. Sentivo l’impellente bisogno di togliere l’elegante abito blu, farmi una doccia rinfrescante, infilarmi un paio di bermuda e scendere nel grazioso cortiletto dell’albergo a consumare un aperitivo. Poco prima delle 20:00, dopo aver prelevato da una mensola nella hall una copia della Gazzetta dello Sport, mi sedetti ad un tavolino del bar. Dalla giovane cameriera che mi servì mi feci portare un bicchiere di vino bianco e finalmente potei ...
... rilassarmi. I due giorni successivi sarebbero stati per me pregni di impegni lavorativi, ma in quel momento avevo solamente voglia di godermi il meritato riposo.
Quando ero già al secondo bicchiere e la sensazione di pace e rilassatezza mi stava pervadendo piano piano, Dario raggiunse il dehors, accompagnato da una splendida donna che pareva essere un poco più giovane di lui.
La sua bellezza era impressionante. Magra come un chiodo, capelli biondi ed occhi di un celeste quasi trasparente. La sua bocca piuttosto larga era impreziosita da denti bianchi come la luna. Indossava un leggerissimo abitino fantasia che cascava come una piuma sul suo corpo sinuoso, e ai piedi delle sorte di anfibi bordeaux con lacci verdi fluorescenti. I due si avvicinarono al mio tavolo, era evidente che Dario volesse presentarmi la sua accompagnatrice ed infatti così fu: “Buonasera, come va? La stanza è di suo gradimento?” disse rivolgendosi a me in tono molto cortese. “Oh si, molte grazie” risposi “La camera è bella e confortevole, non potrei chiedere di meglio.”
“Le presento mia moglie Sabrina” continuò l’albergatore. Porcaccia miseria che culo che hai caro il mio Dario pensai fra me e me. “Piacere signora, molto lieto. Prego, perché non vi accomodate qualche minuto con me?” proposi. Accettarono di buon grado, si sedettero al mio tavolo e li restarono fino quasi alla mezzanotte.
Chiacchierammo amabilmente per circa 3 ore, abbandonammo quasi immediatamente il formale “Lei” per passare al ...