1. Livia ha pagato la parcella


    Data: 24/05/2018, Categorie: Etero Autore: ulixsess, Fonte: Annunci69

    Livia ha 36 anni. Bella donna, non appariscente, sicura di sé, colta e sposata con un uomo facoltoso. Macchina lussuosa, viaggi, figli … una cui nulla manca.
    
    E’ mia cliente, all’insaputa del marito, per sistemare una vecchia faccenda personale.
    
    Dopo aver discusso argomenti professionali, gli ultimi minuti passano sempre a chiacchierare. Un giorno si lamenta un po’ della sua vita e io ribatto che … se si lamenta lei … allora siamo apposto! Le dico “sei una donna perfetta. Che vuoi di più”?
    
    “forse essere meno perfetta?” mi risponde. “Tutto ha un prezzo, e pago a modo mio per vivere come vivo”.
    
    “Quanto costa?” le chiedo. Sorride e non risponde.
    
    Un mese dopo le mando una email, intitolandola “alla donna perfetta”.
    
    Mi risponde aggiungendo: “anch’io ho diritto al mio inferno”.
    
    Inizia uno scambio di battute piuttosto sobrie, come nel suo stile e, ogni tanto la stuzzico per vedere come reagisce alle mie avanches. E’ criptica, non si sbilancia mai.
    
    Finisco il mio lavoro e fisso un appuntamento per pagare il conto.
    
    Mi spiace non vederla più, così azzardo una mossa.
    
    Preparo due parcelle.
    
    Una con un conticino classico con un importo tutto sommato modesto. nell’altra scrivo, in corrispondenza di ciascuna delle varie voci, una prestazione sessuale. Copio il tutto esattamente come descritto nel sito di una escort, con tanto di sigle.
    
    Livia arriva in ufficio alle 4 del pomeriggio, in tuta e scarpe da ginnastica, senza trucco. E’ stata a giocare a tennis, ...
    ... dice, e si scusa per il suo “look”.
    
    Parliamo un po’ e poi mi faccio coraggio.
    
    Le porgo le due parcelle dicendo: “vuoi pagare con l’inferno o con il paradiso”? “ a te la scelta”.
    
    legge la prima e poi la seconda. Rimane con la bocca semiaperta. Sembra che il respiro le si sia congelato in bocca. Arrossisce. Si passa una mano tra i capelli. Rimette i fogli sul tavolo.
    
    Se ne va senza dire una parola.
    
    Cazzo! l’ho combinata grossa, si è offesa. Chissà adesso che casino!
    
    Si fa tardi perché rimango assorto in un grosso problema lavorativo. Mi dimentico completamente di Livia, forse ho rimosso. Amen.
    
    Esco dall’ufficio, mi giro per chiudere a chiave la porta e mi sembra strano intravedere un ombra nel corridoio… a quell’ora. Guardo meglio e vedo una donna, una donna molto bella. Le luci sono soffuse e non mi accorgo subito che si tratta di Livia.
    
    Si avvicina. sembra dieci centimetri più alta di prima. Indossa scarpe con tacco vertiginoso, gonna corta, camicetta semiaperta sotto una giacca sbottonata. Un po’ di pizzo del reggiseno sbuffa fuori. Sembra una dea.
    
    Questa volta rimango io a bocca aperta.
    
    “I conti io li pago subito”, mi dice.
    
    “Hai portato il portafogli?” le chiedo
    
    “Ho tutto quello che mi serve per pagare”, ribatte con voce leggermente più rauca del solito.
    
    Riapro la porta e la faccio entrare.
    
    “Benvenuta al tuo inferno, allora”.
    
    Camminiamo verso la mia stanza. Livia si appoggia al tavolo con il sedere, senza sedersi. Apre un pochino ...
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