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Il ricatto 4 -Il viaggio a Ginevra-
Data: 25/05/2018, Categorie: Incesti Autore: Elena Anele, Fonte: EroticiRacconti
... aprirsi e dei passi avvicinarsi a me. Ero immobile, di fronte allo specchio (che non vedevo più) mentre qualcuno si stava avvicinando a me. Sentivo il suo respiro. Mi passeggiava intorno. Ebbi l'impressione che stesse annusando i miei capelli. Poi, accostò le labbra al mio orecchio e sussurrò: "Non dire una parola. Non parlare. Non dire niente". La voce era quella di Lorenzo. Per un attimo ne fui sollevata. "Farai tutto quello che ti dico?" domandò con voce dolce ma autoritaria. Feci di sì con la testa. "Lo sai che succederà se non ubbidirai?" Annuii ancora. "Brava". Seguì un lungo istante di silenzio. Ero "cieca". Non sentivo alcun rumore. Probabilmente stava fermo davanti a me a guardarmi e iniziai lentamente a lasciarmi trascinare in quell'inesorabile vortice di piacere, desiderio e senso di colpa. Le guance si accalorarono. Mi stavo eccitando nuovamente al pensiero di essere guardata. Ora mio figlio era dietro di me, in piedi. Abbassò una mano sul mio fondoschiena e iniziò a massaggiare sopra la stoffa dell'abitino nero che lui aveva scelto. Quella semplice carezza era ubriacante. Sollevò un poco la gonna tanto da scoprirmi una natica e rivelando le autoreggenti. Con la mano si posò sul confine fra la mia pelle e il nylon della calza poi passò all'interno coscia. Faticavo a restare ferma. Lorenzo mi stava facendo esplorare gli angoli più nascosti del mio desiderio sessuale. Sentivo la fica umida nelle mutandine. Lui si avvicinava, mi stuzzicava appena tra le gambe, poi ...
... tornava alle natiche. Ebbi un fremito. Lorenzo si posizionò davanti a me e prese a carezzarmi i capelli. Tutto avveniva dolcemente, cosa che non mi sarei aspettata vista la precedente esperienza. Sentii la sua mano pesante spingermi con garbo e autorità verso il basso. "Inginocchiati" ordinò. Mi inginocchiai sulla moquette e lo sentii avvicinarsi con la patta dei pantaloni al mio viso. Strofinò il rigonfiamento sulla mia faccia. Mi vergognavo un po' ma sentivo la fica in fiamme. I miei occhi vedevano tutto nero ma il mio corpo iniziava a vedere le stelle. "Tiramelo fuori" Sempre inginocchiata iniziai a sbottonargli i pantaloni dopodiche introdussi una mano nell'apertura, gli abbassai i boxer, strinsi il suo pene fra le dita e lo portai verso il mio viso. Era durissimo. "Mostrami la lingua" Lasciai timidamente scivolare fuori la lingua e iniziai a passarla sulle labbra. Sentivo l'odore del cazzo di mio figlio a pochi centimetri da me. Desiderai che mi ordinasse di prenderglielo tutto in bocca. Iniziò a puntarlo sulla pelle del mio viso. Sentivo il suo glande scivolarmi sulla guancia come un cobra caldo, sul collo, sulle labbra. Faticai a trattenere un gemito di eccitazione. Poi, con un colpetto lo spinse nella mia bocca. Sentii il suo lungo arnese farsi spazio e lo accolsi. L'eccitazione stava "rompendo le dighe" nelle mie mutandine, sotto il vestito. Lorenzo mi prese per la nuca e spinse il suo attrezzo fino alla mia gola. Era duro come il marmo. Lo avvolgevo muovendo la lingua ...