Fiore di Bach - Cap. III atto I - Il serpente con la testa da uomo
Data: 30/05/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Flame
Altro giro di giostra, qui si va sul pesante, come ho scritto in precedenza con la prima pubblicazione : non è fantasia o vissuto della scribacchina. Malen'ki. Malen'ki. Malen'ki... ... Il grido d’ aiuto di Katia risuona nella mia testa. La sua voce agghiacciante mentre la Matrioska di forza la portava nella stanza in fondo al corridoio. -Quella stanza ti cambia la vita. Ti fa rinascere- dicono. Per me è un incubo. Ricordo i suoi occhi, il suo ultimo sguardo supplicante mentre con le mani si aggrappava con tutta la sua forza alla porta, poi il tonfo e le urla mi hanno fatto gelare il sangue. Ho paura che prima o poi finisco anche io lì. La redenzione, mi disse Yuri un giorno, in cui la droga non lo rendeva zombie. Penso a questo mentre percorro la stazione di Komsomolskaya. Non riesco a capacitarmi di quanto questo edificio sia sfarzoso, splendido. Dipinto d'oro con arcate e lampadari di cristallo, arabeschi e rifiniture in gesso bianco, il marmo lucido, ci si può specchiare al suo interno. Questa stazione è l'inizio e la fine di Mosca; tutte le volte che scendo verso i binari è come se facessi un viaggio verso gli inferi. Un viaggio interiore. Le scale mobili della metropolitana di Mosca sembrano essere costruite per farti pensare che qui i deleritti sono dimenticati, non esistono, sono come una strana leggenda. Eppure queste mura, ne vedono e sentono di cose, se solo potessero parlare… la gente mi passa frenetica davanti, nessuno guarda nessuno in posti tanto popolati, ...
... tuttavia qualche occhiata la lanciano. Sarà per le lunghe gambe che fuoriescono da un corto cappotto nero con pelliccia di vero visone. Regalo di Regina. Le décolleté rosse che ho deciso di indossare per lei, in memoria del nostro primo incontro. È tutto frenetico qui giù, tante formiche operaie, ognuna chiusa nella sua misera esistenza. Prendo posto sul treno affollato, tra una gomitata e una spinta. Mi sto dirigendo verso i quartieri alti, quelli perbenisti dove le persone all’apparenza sono felici, hanno tutto, tuttavia sembra mancare qualcosa, loro non sanno sognare. Vivono in un mondo disincantato. Regina cerca appagamento mentale, un po’come me, mi compra ogniqualvolta vuole, le pasticche sono la mia condanna a seguire lei, sono divisa tra due mondi: quello fintamente perbenista e quello degradante; ogni giorno mi altaleno tra questi due quartieri, rimanendo poco tempo nella casa dove l'orrore la fa da padrone. Un orrore vero, crudo. Un orrore che in puoi dimenticare ma solo sperare di metterlo in un angolino buio del tuo cervello, senza mai evocarlo. Un uomo mi è seduto di fronte, lo guardo, un tipico uomo russo tutto di un pezzo. I miei occhi azzurri per poco incrociano i suoi, sbatto le ciglia e abbasso volontariamente lo sguardo, so che questo fa effetto sugli uomini, a volte ci gioco. Con un gesto apparentemente normale accavallo le gambe, un leggero spacco di apertura fa notare l'orlo di pizzo delle autoreggenti. Sento il suo sguardo addosso, muovo la gamba in modo da ...