1. Fiore di Bach - Cap. III atto I - Il serpente con la testa da uomo


    Data: 30/05/2018, Categorie: pulp, Autore: Flame

    ... tutto il locale, gli uomini devono cadere ai tuoi piedi- sono stregata della sua voce. Eccitante. Desiderabile. Affabile. Mi muovo con una strana sensazione addosso, sarà l'alcol o l'ultima dose di acido ingerita in bagno. Emozioni ovattate, la musica assordante, i sensi accesi. Sono desiderabile, sono eccitante. -Sei bellissima- mi sussurra un uomo completamente calvo. È giovane. Bello, fin troppo. Profondi occhi color ghiaccio e lineamenti perfetti. Mi offre da bere, parliamo, io sorrido spesso eppure c'è qualcosa di sinistro in lui, il suo sguardo, la sua voce vellutata, hanno qualcosa di sbagliato. Mi chiedo dove sia Regina, mi sentirei al sicuro con lei, chissà da quale prospettiva sta guardando, cosa riuscirà ad intuire e cosa no. Voglio che tu sia desiderabile Ania. La sua voce fa eco nella mente. Quel uomo continua a parlarmi, siamo seduti su un divanetto in disparte rispetto alla sala ghermita di gente. Siamo vicini, il suo corpo sfiora il mio accidentalmente, le sue dita sottili mi sfiorano la pelle, un tocco delicato eppure rabbrividisco. Cambia in modo repentino, a tratti la sua voce sembra dissonante. I suoi occhi gelidi mi penetrano dentro lentamente, mi fanno sentire nuda. È l'acido il colpevole di ...
    ... tutto? Sono strafatta eppure non trovo un nesso logico in quello che dice. Perché? Perché non riesco a muovermi mentre le sue parole si insinuano come bava dentro di me? -Sarai la cagna perfetta per il mio alano- muove la sua lingua schifosa sul lobo del mio orecchio. I miei arti sono pesanti, non riesco a muovermi, sembra che quel serpente viscido mi abbia incatenato con la sua lingua biforcuta. La sua voce è distorta. - Sei buona solo come pisciatoio- mi stringe il braccio in una morsa dolorosa – guardati fai schifo- aggiunge ghignando in modo sinistro. Continua ad umiliarmi, a violentarmi la mente, ad insinuarsi come un parassita dentro di me nutrendosi della mia angoscia e disgusto verso di lui ma soprattutto verso me stessa. Mi tiene salda a le sue dita si insinuano sotto il vestito. Le forze mi hanno abbandonato, l'acido si è impadronito del tutto di me stessa lasciando che l'uomo possa banchettare a suo piacimento. In un barlume di lucidità vedo gli occhi color smeraldo di Regina fissarmi. -Sei stata brava Ania, ora andiamo a casa – sussurra la donna. - Come si chiama signor…?- -Foma, e lei?- -Regina, abbiamo tempo per fare la nostra conoscenza, in un luogo appartato- -Con piacere Regina.- Vedo bianco. Tutto bianco. 
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